80 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Il 60% dei giovani disoccupati non vuole spostarsi per trovare lavoro

I giovani italiani tra i 24 e i 34 anni difficilmente si sposterebbero all’estero o in diverse aree del Paese per cercare lavoro: secondo i dati Eurostat l’Italia si colloca al sesto posto nell’Ue insieme alla Polonia, dietro a Malta (73%), all’Olanda (69%), a Cipro (68%), alla Romania (63%) e alla Danimarca (62%), contro una media Ue del 50%.
A cura di Annalisa Cangemi
80 CONDIVISIONI
Immagine

Il 60% dei giovani disoccupati italiani non è intenzionato a trasferirsi per trovare lavoro e il 98% di quelli che già lavorano, ed è la percentuale più grande registrata tra i Paesi dell'Unione dove la media è del 90%, hanno trovato occupazione senza bisogno di cambiare residenza. Questa la fotografia della mobilità dei giovani italiani tra i 20 e i 34 anni scattata da Eurostat in base ai dati del 2016.

Se le statistiche sulla disoccupazione giovanile denunciano un Paese in evidente difficoltà, dove i ragazzi laureati spesso sono costretti ad accontentarsi di quello che trovano e non proprio di un lavoro che sia nelle loro corde, questi dati ci indicano un altro elemento: che l'attitudine degli italiani non è esattamente quella di ingrossare le fila dei "migranti economici". I giovani italiani un lavoro lo vogliono, ma lo cercano a pochi chilometri da casa. La media europea dei ragazzi che senza troppe difficoltà si spostano per cercare lavoro si aggira intorno al 50%. Dal confronto con questa percentuale emerge che siamo un popolo molto più "stanziale" e, se vogliamo, abitudinario.

Secondo i dati Eurostat, solo il 7% dei giovani disoccupati italiani (contro una media Ue del 12%) è disposto a cercare fortuna in un altro Paese dell'Unione, quota che sale al 13% se la destinazione è un Paese extra-Ue (il 17% la media Ue), e arriva al 20% (21% il dato Ue) se si tratta di spostarsi dentro i confini nazionali. Ma la maggioranza (60%) dei giovani disoccupati italiani non è disposta a cambiare città o Stato, indipendentemente dal luogo di destinazione. Un dato che colloca l'Italia al sesto posto nell'Ue insieme alla Polonia dietro a Malta (73%), all'Olanda (69%), a Cipro (68%), alla Romania (63%) e alla Danimarca (62%). L'altra indicazione che emerge dallo studio dell'istituto di statistica europeo è che mediamente nell'Unione solo l'1 per cento dei giovani occupati ha trovato lavoro spostandosi in un altro Paese Ue mentre l'8% si è dovuto spostare all'interno dei confini nazionali.

Eurostat rileva infine che in generale la propensione alla mobilità è più altra tra i giovani disoccupati con un livello di educazione scolastica maggiore: all'interno di questo gruppo il 23% è pronto a traslocare all'interno del suo Paese pur di lavorare e il 16% è pronto a spostarsi in un altro Paese dell'Unione. Chi invece ha già cambiato città per motivi di lavoro non sempre ha un curriculum ricco di titoli di studio: per esempio solo il 13% degli impiegati che lavorano lontano dal luogo di nascita ha un livello d'istruzione elevato, mentre il 6% ha un livello medio, e il 4% possiede un livello basso d'istruzione.

80 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views