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Ddl Zan, ultime notizie sul disegno di legge

Cosa succede adesso con il ddl Zan: le tappe dal 13 luglio al voto finale in Senato

La discussione generale del disegno di legge Zan comincerà in Senato il 13 luglio e continuerà, presumibilmente, almeno fino al 15. Poi verrà data una scadenza per presentare gli emendamenti, attesi a valanga soprattutto da destra. Il testo deve passare così com’è, altrimenti il rischio affossamento è praticamente certo. Ma il voto a scrutinio segreto fa tornare la paura dei franchi tiratori. Ecco cosa può succedere.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il lunghissimo iter parlamentare del disegno di legge Zan arriverà presto a una conclusione. In un senso o nell'altro. Con la calendarizzazione della discussione in Senato, senza le mediazioni (che poi erano rivoluzioni) proposte dalla Lega e da Italia Viva, comincia l'ultima fase che porterà al voto finale del testo Zan così com'è, con eventuali emendamenti. Insomma, nell'arco di qualche settimana dovremmo sapere cosa ne sarà della legge contro l'omotransfobia che è diventata una battaglia più politica che universale. Anche se sempre di diritti civili si tratta. Così si scoprirà se aveva ragione Renzi a temere le insidie del voto a scrutinio segreto, o se con il sì dei senatori di Italia Viva e di qualche franco tiratore di Forza Italia la legge riuscirà a passare.

Le tappe del ddl Zan da qui al voto finale in Senato

Il 13 luglio comincerà la discussione generale del disegno di legge Zan in Aula al Senato, che continuerà presumibilmente almeno fino al 15 luglio. Poi ci sarà un termine massimo per presentare degli emendamenti al testo, attesi a valanga soprattutto da destra, ma anche da Italia Viva. Poi si voterà, con ogni probabilità a scrutinio segreto. Se dovessero passare degli emendamenti al testo, questo tornerebbe alla Camera, ed è ciò che in questi giorni viene indicato da più parti come "affossare la legge". Insomma, per completare l'iter parlamentare il testo deve passare così com'è, senza emendamenti e senza modifiche.

Perché il voto sul ddl Zan sarà a scrutinio segreto

Il voto a scrutinio segreto a Palazzo Madama è previsto in tutta una serie di situazioni, previste dall'articolo 113 del regolamento del Senato. Al comma due si legge:

[…] La votazione a scrutinio segreto può essere richiesta da venti Senatori o da uno o più Presidenti di Gruppi che, separatamente o congiuntamente, risultino di almeno pari consistenza numerica. Prima dello svolgimento della votazione, il Presidente verifica il numero dei Senatori richiedenti lo scrutinio segreto. I Senatori richiedenti sono considerati presenti, agli effetti del numero legale, ancorché non partecipino alla votazione.

E al comma quattro:

A richiesta del prescritto numero di Senatori, sono inoltre effettuate a scrutinio segreto le deliberazioni che incidono sui rapporti civili ed etico-sociali […]

E ancora, al comma sette:

Le votazioni finali sui disegni di legge avvengono, di regola, a scrutinio palese, a meno che, trattando tali disegni di legge prevalentemente le materie di cui al precedente comma 4, non sia avanzata richiesta di votazione a scrutinio segreto […]

Perciò, nei casi in cui si trattino materie "sui rapporti civili ed etico-sociali", il voto a scrutinio segreto è quasi una prassi. Possono richiederlo praticamente tutti, ma non è ancora chiaro chi sarebbe più interessato a farlo. Sta di fatto che con voto palese difficilmente i franchi tiratori andrebbero contro il proprio partito. Così, invece, tutto può succedere.

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