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Conte: “Il Superbonus io l’ho gestito solo per sei mesi, poi hanno fatto tutto Draghi e Meloni”

“Io il superbonus l’ho gestito per 6 mesi, Draghi e Meloni hanno avuto tutto il tempo – perché i dati reali ce li ha tutti Enea – per quantificare da subito l’andamento. Lo hanno gestito loro e oggi cercano un capro espiatorio”, dice Giuseppe Conte.
A cura di Annalisa Girardi
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Il Superbonus e il suo impatto sui conti pubblici continuano a scaldare il dibattito politico. Ora è Giuseppe Conte a dire la sua. L'ex presidente del Consiglio sottolinea di avere gestito la misura solo per alcuni mesi, prima di passare il testimone a Mario Draghi: lui prima e Giorgia Meloni dopo – dice il leader M5s – avevano tutto il tempo di quantificarne il peso sulle casse dello Stato e di modificare ciò che non funzionava. Invece, hanno preferito cercare un capo espiatorio: "Io il superbonus l'ho gestito per 6 mesi, Draghi e Meloni hanno avuto tutto il tempo perché i dati reali ce li ha tutti Enea. Potevano quantificare da subito l'andamento, ma ci hanno detto che non c'era nessun buco nei conti pubblici. Il tema è che a gestirlo sono stati loro", ha detto Conte intervenendo alla Repubblica delle Idee, l'evento organizzato dal quotidiano Repubblica.

"Se fossero stati chiari e trasparenti – ha proseguito il leader dei Cinque Stelle- ci avrebbero fatto conferenze stampa per aggiornarci periodicamente, e oggi inventano un capro espiatorio. Non si fa così la politica, bisogna assumersi le responsabilità".

Non è l'unica critica che Conte ha rivolto a Mario Draghi, impegnato in questi mesi nella stesura di un rapporto sulla competitività in Ue: "ll report Draghi? L'ho trovato insoddisfacente, manca una visione strategica. Non risponde alle prospettive di cui ha bisogno l'Europa, benissimo quando ricostruisce la situazione attuale, le carenze dell'Europa rispetto alle competizioni con gli Stati Uniti, la Cina ma l'azione che viene fuori qual è?".

E ancora: "Dovremmo allargare la nostra visione, dobbiamo prendere atto che tutti gli indici ci dicono che è il secolo dell'Asia mentre noi siamo siamo in un quadro molto occidentale e Nato. Dobbiamo aprirci a questa competizione e affrontarla e poi manca un capitolo sul partenariato dell'Africa. In quel report manca una visione strategica, è tutto sulla difesa e si accetta supinamente la logica del riarmo".

Conte ha poi concluso sulla creazione del campo largo: "Dobbiamo lavorare con lungimiranza per costruire un'alternativa a questa destra che è fortemente deludente anche per chi l'ha votata, ma non ci possiamo illudere che mettendoci insieme batteremo questa destra. Dobbiamo fare di più ed essere ambiziosi, la nostra proposta dev'essere fortemente competitiva, seria e credibile. Come può esserlo se su alcuni passaggi fondamentali non prendiamo una posizione ferma, radicali nei principi che professiamo?".

A In Mezz'Ora, su Rai 3, Conte ha criticato la scelta di Elly Schlein di candidarsi alle europee, confermando la sua intenzione né di candidarsi, né di mettere il suo nome nel simbolo:  "Nella nostra comunità non è pensabile che tu chiedi i voti, esibisci il tuo nome sulla scheda elettorale e non sei conseguente. Per noi questa è una presa in giro dei cittadini. Non è una questione di Schlein, ma anche di Meloni e altri leader politici che volevano fare così per acquisire qualche voto in più. Per noi è impensabile per le nostre regole e i nostri principi".

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