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Il piano di Netanyahu per occupare Gaza che lo fa litigare con l’esercito

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La notizia è arrivata ieri sera, da un alto funzionario dell’ufficio del premier. Parlando a Channel 12 ha detto che Netanyahu ormai è convinto che Hamas non abbia alcuna intenzione di negoziare. Che non rilascerà altri ostaggi, a meno che non sia costretto alla resa totale. Per cui, se Israele non agisce ora, gli ostaggi nelle mani di Hamas moriranno di fame e Gaza resterà sotto il controllo dei miliziani. L’unica opzione rimasta quindi sarebbe quella dell’occupazione totale.

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Le IDF già controllano il 70% della Striscia, quindi la stragrande maggioranza del territorio, però non è ancora entrate in alcune zone, come quella di Deir Al Balah, dove secondo l’intelligence potrebbero essere tenuti prigionieri almeno alcuni degli ostaggi. Ovviamente queste sono anche le zone dove è stipata la popolazione sfollata, migliaia e migliaia di civili. Dove ci sono gli uffici delle agenzie umanitarie e dove è rimasto in piedi quel poco che poteva restare a livello di infrastrutture vitali per i palestinesi.

Una vasta operazione militare in queste zone, non serve dirlo, sarebbe devastante. Senza contare che la situazione umanitaria è già al tracollo, con sempre più persone che stanno morendo letteralmente di fame.

Chiariamolo, non è questo il motivo per cui l’esercito si sta opponendo a un piano di occupazione. Sì, perchè il capo di stato maggiore delle IDF, Eyal Zamir, ha detto di essere contrario, sfidando apertamente Netanyahu. Questra frattura tra il politico e il militare non è certo per ragioni etiche, morali…umanitarie. No, è per motivi logistici. Come si mette infatti in piedi un piano di occupazione su un territorio martoriato come quello della Striscia di Gaza? Si mandano i soldati nei campi profughi? A cercare tra le tende o tra le rovine degli edifici bombardati se in mezzo ai feriti, agli affamati, ai disperati, si trova anche qualche miliziano di Hamas? E come ci devono andare i soldati? Con i carri armati? Ma è impossibile tra gli accampamenti degli sfollati e tutte quelle macerie. Allora a piedi, per poi diventare bersaglio facile dei cecchini nemici?

Ecco, per tutte queste ragioni il capo di stato maggiore è perplesso. Gli pare un piano troppo rischioso, oltre che estremamente costoso, che rischia comunque di non portare agli obiettivi sperati. Cioè la liberazione degli ostaggi e l’eliminazione di ogni singolo membro di Hamas. Anzi, con un’operazione militare su larga scala in quelle zone anche gli ostaggi rischierebbero di morire. Dei suoi dubbi, però, Netanyahu non sembra curarsi molto e ha subito detto che se Zamir non è d’accordo può anche dimettersi.

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"Nel caso te lo fossi perso" è il Podcast daily per i Sostenitori di Fanpage.it che, ogni giorno, fa il punto sulla notizia più importante del momento, quella da non perdere, per aprire gli occhi sul mondo. L’appuntamento è dal lunedì al venerdì alle 18.00, con la nostra giornalista, Annalisa Girardi.

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