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Cosa c’è scritto nelle mail di Epstein su Trump e che fine hanno fatto i files sul caso

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Jeffrey Epstein e Donald Trump insieme a Mar–a–Lago nel 1997
Jeffrey Epstein e Donald Trump insieme a Mar–a–Lago nel 1997

Tutto è partito dalla House Oversight Committee, che potremmo definire come una commissione investigativa alla Camera dei rappresentanti statunitense. Robert Garcia, un deputato democrartico, ha pubblicato sul New York Times e alla Cnn, tre mail che riportano sotto i riflettori il caso di Jeffrey Epstein e pongono una serie di interrogativi sulle relazioni tra lui e Donald Trump.

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Vanno subito fatte alcune precisazioni. La prima: Epstein era un miliardario, un imprenditore, che è stato arrestato e condannato per abusi sessuali e traffico internazionale di minori. Insieme alla compagna, Ghislaine Maxwell, imprenditrice britannica, anche lei condannata a 20 anni di carcere, che sta attualmente scontando, adescava ragazze giovanissime, tantissime minorenni, per politici, imprenditori e uomini potenti. È morto in carcere, nel 2019, ufficialmente per suicidio, anche se i suoi legali hanno messo in dubbio questa versione, alimentando una serie di teorie complottiste circolate poi negli anni.

Cosa c'entra Trump con il caso Epstein

Seconda precisazione: Trump non è mai stato accusato di nulla, in relazione al caso Epstein e non ha mai negato di averlo conosciuto. Del resto, sarebbe stato difficile farlo, visto che esistono anche diverse fotografie che li ritraggono insieme, anche in compagnia delle rispettive consorti. La versione di Trump è sempre stata quella per cui i due si sarebbero frequentati negli anni Novanta e tra gli inizi degli anni Duemila, per poi allontanarsi.

Terza precisazione: una figura chiave di tutta questa vicenda, così come delle ultime novità emerse, è Virginia Giuffre, una delle più note vittime di Epstein, anche lei morta suicida qualche mese fa, dopo aver pubblicato un libro di memorie in cui raccontava tutti gli abusi subiti. Virginia Giuffre, dopo un’infanzia molto travagliata, era andata a lavorare a 15 anni al Mar-a-Lago, il resort di Trump, dove avrebbe incontrato Maxwell e sarebbe poi stata avvicinata da Epstein, che ha accusato insieme al principe Andrew, di aver abusato di lei. Di Trump, invece, ha sempre detto che non le fece mai nulla di male.

Cosa c'è scritto nelle mail pubblicate dai Democratici

In una delle mail pubblicate sul New York Times e dalla Cnn, risalente al 2011, Epstein scrive a Maxwell: “L’unico cane che ancora non ha abbaiato è Trump. Lei ha passato ore a casa mia in sua compagnia”. Un riferimento al fatto che Trump non avesse parlato dopo che nel 2008 Epstein era stato già condannato a circa un anno da un tribunale della Florida per aver adescato delle ragazze minorenni. Il nome della ragazza a cui si fa riferimento è apparso oscurato in queste mail, ma poi è stata la stessa Casa Bianca a rivelare che si tratti di quello di Virginia Giuffre.

Non solo: la Casa Bianca ha anche detto che queste tre mail sono state selezionate tra un’infinità di altri documenti con il solo scopo di diffamare Trump e creare una falsa narrativa sul suo conto. I fatti, ha detto la portavoce della White House Karoline Leavitt, rimangono quelli per cui la stessa Giuffre sosteneva che Trump non fosse coinvolto nei sporchi affari di Epstein. Il quale, invece, sarebbe stato cacciato dai club di Trump decenni fa, proprio per i suoi comportamenti nei confronti delle donne che lavoravano lì.

Le altre due mail sono invece uno scambio tra Epstein e il giornalista e scrittore Michael Wolff, che conosceva bene Epstein e che ha anche scritto un libro a riguardo dopo la sua morte, così come ne ha scritti altri su Trump. Queste mail risalgono al 2015 e al 2019. In una si legge Epstein sostenere che Trump fosse al corrente di tutto quello che accadeva con le ragazze e che avrebbe chiesto a Maxwell di smettere. In un’altra, il giornalista avverte Epstein che la Cnn stesse pensando di chiedere a Trump dei suoi rapporti con lui durante il dibattito tra i candidati: il contesto è quello della campagna per le elezioni presidenziali, le prime poi vinte da Trump. Epstein gli chiede consiglio su come gestire la situazione e Wolff suggerisce di non fare niente, perché se Trump dovesse dire di non essere mai stato sul suo aereo o a casa sua poi si potranno usare quelle dichiarazioni o per affossarlo oppure per proteggerlo, così poi sarà in debito. Quella sera, comunque, durante il dibattito, a Trump non viene fatta alcuna domanda sul suo rapporto con Epstein.

La risposta di Trump

Dopo queste rivelazioni i Democratici tornano a fare pressione e a chiedere che vengano pubblicati integralmente i famosi Epstein files, tutti i documenti sul caso che potrebbero fare chiarezza su questa rete e su tutte le persone coinvolte. Durante l’ultima campagna elettorale, tra l’altro, Trump aveva più volte promesso che li avrebbe desecretati e resi pubblici, ma questo finora non è mai accaduto. Il presidente ha commentato queste ultime novità con un lungo post sul suo social, Truth, che dice:

“I democratici stanno cercando di riportare alla luce il caso di Jeffrey Epstein perché farebbero di tutto per nascondere il casino che hanno fatto con lo shutdown, così come su tante altre cose. Solo un Repubblicano stupido e cattivo cadrebbe in questa trappola. I democratici ci sono costati 1,5 trilioni di dollari con la loro recente chiusura, hanno messo a rischio molte persone, e dovrebbero pagarne il giusto prezzo. Non dovrebbero esserci distrazioni verso Epstein o altre cose, e qualsiasi Repubblicano dovrebbe solo concentrarsi sul riaprire il Paese e sull’enorme danno causato dai Democratici!”.

Dalle parole di Trump è abbastanza chiaro che il presidente sta parlando più che altro con i suoi, dicendo loro di non azzardarsi a dare corda a questa vicenda. Trump lo sa che diversi Repubblicani nei mesi scorsi si sono in realtà allineati ai Democratici chiedendo la pubblicazione degli Epstein files completi. Ed è possibile che questo alla fine avvenga in un futuro non troppo distante. Ieri si è insediata la nuova deputata democratica Adelita Grijalva, che ha promesso che metterà lei l’ultima firma necessaria per costringere la Camera a votare una petizione che chieda appunto la pubblicazione di tutti questi file. Un’iniziativa supportata appunto anche da alcuni Repubblicani, evidentemente curiosi di vedere cosa c’è in questi documenti. E se questi, in qualche modo, rischiano di mettere in imbarazzo Trump. Oppure, di metterlo nei guai.

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