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Partiamo come sempre dalle domande: oggi dalla domanda di Fabrizio:
"Come stanno andando le indagini sul caso Paragon?”
Ottimo tempismo, Fabrizio. Perché proprio ieri, giovedì 6 novembre, abbiamo pubblicato la notizia che c’è un nuovo spiato con Graphite, il software spia prodotto dall’israeliana Paragon Solutions, in uso a soli pochi e selezionati governi democratici, tra cui quello italiano, per spiare pochi e selezionati pericolosi criminali.
Un aggeggio, questo Graphite, che solo in Italia è stato usato, tuttavia, per spiare almeno tre giornalisti, il sottoscritto, Ciro Pellegrino di Fanpage e Roberto D’Agostino di Dagospia. E ancora, un manipolo di attivisti che salva gente in mare come Luca Casarini e Beppe Caccia di Mediterranea. E ancora, imprenditori e finanzieri coinvolti nella più grande scalata bancaria del decennio come Francesco Gaetano Caltagirone e Andrea Orcel di Unicredit. E adesso, Francesco Nicodemo.
Ma chi è Francesco Nicodemo?
Tecnicamente, è un comunicatore politico. Uno di quelli che aiutano i politici a dire le cose giuste per far sì che la gente lì voti. Fino a qualche tempo fa, Nicodemo faceva organicamente questo mestiere per il Partito Democratico, quando alla guida del partito c’era Matteo Renzi. Poi Renzi se l’è pure portato a Palazzo Chigi come consulente per la comunicazione digitale.
Nel 2021, infine, Nicodemo ha aperto un’azienda, Lievito, che si occupa proprio di comunicazione digitale. Che come clienti ha aziende, istituzioni e anche numerosi politici. Nel corso dell’ultimo anno e mezzo, Nicodemo con Lievito ha curato numerose campagne elettorali, tutte con candidati di centrosinistra Quella di Matteo Ricci e Lucia Annunziata per le elezioni al parlamento europeo. Quella di Vittoria Ferdinandi a Sindaca di Perugia. Quella di Stefania Proietti a presidente dell’Umbria. Quella di Andrea Orlando a presidente della Liguria. Quella, di nuovo, di Matteo Ricci a presidente delle Marche.
Il 31 gennaio del 2025, lo stesso giorno e la stessa ora in cui l’ho ricevuto io, anche Francesco Nicodemo riceve un messaggio da Whatsapp che gli dice che qualcuno ha messo Paragon nel suo telefono. Quel messaggio di Whatsapp, lo ricordiamo per la centesima volta, ha il valore di prova, per determinare se qualcuno è stato spiato o meno. È una cosa che ci ha detto anche Whatsapp, che abbiamo contattato per chiedere un commento sul caso Nicodemo.
"Abbiamo una solida esperienza nell'identificare e contrastare gli attacchi spyware ai nostri utenti – ci hanno detto – Queste aziende di spyware prendono di mira giornalisti e la società civile e devono essere ritenute responsabili. Continueremo a proteggere la possibilità delle persone di comunicare privatamente su WhatsApp."
Il punto di vista di Whatsapp è chiarissimo, insomma: sappiano identificare e contrastare gli spyware e continueremo a segnalare casi di questo tipo. Quindi la domanda, per Francesco Nicodemo, così come per tutti gli altri, non dev’essere: sono stato spiato o no, ma chi può averlo fatto, e perché.
Spoiler: come me, probabilmente, anche Nicodemo andrà a sbattere contro un muro di silenzi, omissioni e bugie.
Però a questo giro, la cosa è un po’ diversa. Forse addirittura più grave.
Perché come dice John Scott Railton di Citizen Lab, il centro di ricerca indipendente dell’Università di Toronto che ha scoperto dell’esistenza di Paragon e condotto analisi sui telefoni degli spiati, Francesco Nicodemo è un personaggio “politicamente esposto”. Coinvolto cioè nelle strategie programmatiche e comunicative dei partiti di opposizione. Spiarlo vuol dire avere piena contezza di quelle strategie. Ma soprattutto, spiarlo vuol dire spiare i politici con cui parla.
In altre parole, Nicodemo è – o può essere – il tramite con cui qualcuno spia gli esponenti dei partiti di opposizione.
Per questo, dice ancora John Scott Railton, “fossi un politico, oggi, mi chiederei se sono stato spiato anche io”.
Ecco, forse è ancora più grave di così.
Perché se spii un attivista, e poi un giornalista e poi un imprenditore o un finanziere e poi una persona che lavora con la politica stai facendo passare un messaggio molto chiaro.
Che con quegli strumenti, se vuoi, puoi spiare praticamente chiunque.
Puoi essere beccato da Whatsapp, o da Apple, certo.
Ma se gli spiati non parlano, o i politici non chiedono, o i giornali non raccontano, o l’opinione pubblica si disinteressa, e il governo non risponde, allora il gioco è comunque fatto. Perché se nessuno ha niente da dire, o da chiedere, vuol dire che vale tutto. Che chi ha deciso di spiare illegalmente qualcuno, semplicemente, si sente legittimato a farlo. Con loro – giornalisti, attivisti, imprenditori, politici – e con tutti gli altri.
Questo è il vero punto della questione: se possono spiare una persona che lavora coi partiti e coi politici di opposizione come Francesco Nicodemo, mi dite perché non dovrebbero poter spiare chiunque tra voi?
Pensateci. E rispondetemi, se vi va.