Piombino, scarcerata l’infermiera accusata per la morte di 13 pazienti
È stata scarcerata dopo tre settimane di carcere Fausta Bonino, l’infermiera dell’ospedale di Piombino accusata di aver ucciso tredici pazienti nel reparto di Rianimazione con dosi massicce di eparina. Il Tribunale del Riesame di Firenze ha infatti accolto la richiesta dell'avvocato della donna, che attraverso i suoi avvocati si è sempre dichiarata innocente. Non è ancora chiaro – ha detto l'avvocato Cesarina Barghini, se sia a piede libero o ai domiciliari. Ha però aggiunto: "L'importante è che l'abbiamo tirata fuori dal carcere". In precedenza il legale aveva detto: "Se non esce di carcere, muore". Il pm della procura di Livorno, Massimo Mannucci, titolare dell’inchiesta, si era invece opposto alla richiesta di scarcerazione.
Il caso dell'infermiera di Piombino
Fausta Bonino era stata arrestata il 31 marzo. Il pm nei suoi confronti aveva sostenuto le “prove schiaccianti”, in merito alla morte misteriosa di 13 pazienti all’ospedale di Piombino. Secondo le indagini, l’infermiera è ritenuta responsabile del reato di omicidio volontario continuato, avvenuto negli anni 2014 e 2015, nei confronti dei tredici ricoverati, a vario titolo e per diverse patologie, presso l’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale civile di Piombino. Sempre stando alle ricostruzioni dell’accusa, la donna avrebbe somministrato loro l’eparina, un farmaco non previsto dalle terapie prescritte ai pazienti. La Bonino era stata descritta come una persona emotivamente instabile e persino come un’alcolizzata. “Sono perfettamente normale, non sono una psicopatica, non ho fatto niente di quello di cui sono accusata, ho sempre fatto solo del bene” si era difesa la 55enne.
