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Omicidi Pordenone, l’avvocato di Ruotolo: “Nessun rapporto con Trifone da un anno”

Intervistato da Fanpage.it, l’avvocato di Giosuè Ruotolo, sospettato del duplice omicidio di Pordenone, ha affermato che l’indagato non aveva rapporti da un anno con l’ex coinquilino Trifone Ragone e che questa vicenda gli ha già causato gravi danni.
A cura di Susanna Picone
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 “Giosuè Ruotolo è innocente, con Trifone Ragone non avevano rapporti da più di un anno. Si vedevano raramente alle macchinette del caffè e non si sentivano né telefonicamente né via mail. Non erano nemmeno amici su Facebook”: intervistato da Fanpage.it l’avvocato Roberto Rigoni Stern, difensore dell’unico sospettato del duplice omicidio di Pordenone dello scorso marzo, ha detto che non ci sarebbero indizi precisi contro il suo assistito né ci sarebbe un movente che potrebbe averlo spinto ad ammazzare, nel parcheggio di una palestra, il suo ex coinquilino Trifone Ragone e la fidanzata Teresa Costanza. L’avvocato ha detto che Ruotolo ha ricostruito la sera del duplice delitto di Pordenone durante l’interrogatorio di qualche giorno fa e che avrebbe fornito informazioni utili agli inquirenti.

L’indagato escluso dalla Guardia di Finanza – “Inizialmente – ha detto l’avvocato – Ruotolo ha reso una versione dei fatti non completa perché aveva paura di essere estromesso dal corpo della Guardia di Finanza”. E in effetti, secondo quanto ha spiegato il legale, questa vicenda avrebbe già causato gravi danni al ragazzo che sarebbe stato escluso dalla Guardia di Finanza. “Lui si era sacrificato per raggiungere quest'obiettivo stando lontano da casa per cinque anni e guadagnando paghe ridotte”, ha detto l’avvocato sottolineando che quello di entrare nelle Fiamme Gialle era il sogno del giovane campano.

Ruotolo non aveva il porto d’armi – L’avvocato ha inoltre ricordato i movimenti del suo assistito la sera del 17 marzo 2015, quando Trifone e Teresa sono stati uccisi, spiegando il perché si trovasse nei pressi della palestra teatro del delitto. Ha infine spiegato che il ragazzo non aveva il porto d'armi e non si esercitava da anni. In caserma, ha detto ancora l’avvocato, Ruotolo svolgeva un lavoro d’ufficio e si occupava di informatica e computer. “Non ci sono indizi gravi e concordanti contro di lui – ha aggiunto – probabilmente si arriverà a una richiesta di archiviazione”.

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