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“Non l’ho violentata, le sono caduto addosso e l’ho penetrata per errore”

La difesa in tribunale di un ricco imprenditore britannico accusato di aver stuprato una 18enne. L’uomo aveva incontrato la giovane insieme a una sua amica in un locale e aveva portato entrambe a casa sua.
A cura di S. P.
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Ehsan Abdulaziz è un ricco imprenditore immobiliare inglese di 46 anni che, come riporta il Telegraph, la scorsa estate è stato accusato di avere stuprato una 18enne e che ora dunque sta affrontando il processo. Processo durante il quale l’uomo ha cambiato un paio di volte versione sostenendo però di non essere colpevole di stupro. A suo dire non avrebbe violentato la ragazza ma sarebbe caduto su di lei (mentre lei dormiva sul suo divano) per poi forse penetrarla accidentalmente. La vicenda risale all’agosto dello scorso anno. L’imprenditore portò a casa sua la presunta vittima di stupro insieme a una sua amica che lui conosceva da qualche tempo. I tre si erano incontrati in un club. L’uomo offrì un passaggio alle due ragazze e poi le invitò a casa sua a bere qualcosa. Lì il 46enne si appartò in camera da letto con la ragazza che già conosceva mentre la sua amica, presunta vittima di stupro, si mise a dormire sul divano. All’alba quest’ultima sarebbe stata però svegliata da Abdulaziz che, sdraiato su di lei, la stava penetrando. A quel punto la ragazza ha raccontato di aver tentato di svegliare l’amica, poi ha detto di essere andata via di casa di corsa e di aver chiamato la polizia.

La versione di Abdulaziz però è decisamente diversa. L’uomo ha inizialmente sostenuto di essere passato dal salotto per andare a prendere dell’acqua e di essere stato adescato dalla giovane sul divano. A un certo punto però lei, secondo il 46enne, si è arrabbiata e se n’è andata e dunque i due non avrebbero fatto sesso. Quando però sono state trovate tracce del dna dell’uomo sulla 18enne lui ha cambiato versione e ha detto che avendo fatto sesso con l’amica della presunta vittima quando è andato in salotto “il suo pene era ancora eretto e aveva dello sperma sulle mani”: a quel punto la ragazza avrebbe spinto le mani dell’uomo verso la propria vagina e lui le sarebbe caduto addosso. Forse in quel momento – avrebbe sostenuto l’uomo in tribunale – il suo pene potrebbe averla penetrata.

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