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Oggi facciamo un Rumore un po’ speciale e le domande le prendiamo un po’ tutte assieme, tra le tante che ci avete mandato sull’anno che ci aspetta. È una prima parte, quindi se avete altre domande sull’anno che verrà non esitate a farcele, che lunedì faremo una seconda parte.

Piccola avvertenza: saremo più telegrafici del solito, un po’ perché prevedere è complicato, argomentare le previsioni ancora di più.

Finirà la guerra tra Russia e Ucraina?

Può essere accada anche prima della fine dell’anno, a dire il vero, perché la volontà c’è e, più o meno, le parti in causa hanno messo sul tavolo quel che vogliono e quel che non vogliono. La Russia vuole il Donbass e non vuole la Nato alle porte. L’Ucraina vuole evitare di essere attaccata di nuovo e non vuole cedere altro territorio oltre a quello che ha già perso. Gli Usa vogliono le terre rare e l’energia nucleare dell’Ucraina e non vogliono più occuparsi dell’est Europa. La Cina vuole continuare ad avere energia a buon mercato e non vuole che gli Usa inizino a spostare le loro attenzioni su Artico, Africa e Oceano Pacifico. Infine, l’Europa: che non si capisce cosa vuole, ma tanto non interessa a nessuno.

E a Gaza?

A Gaza, con ogni probabilità continuerà la tragedia travestita da farsa cui stiamo assistendo ora. Israele continuerà ad affamare i gazawi, ma difficilmente riuscirà a spostarli da lì. Trump farà finta che è tutto risolto. E le opinioni pubbliche occidentali torneranno a occuparsi d’altro.

Scoppieranno altre guerre, nel 2026?

Occhio a Venezuela e Nigeria e in generale a tutti quei territori in cui Trump può recuperare energia e materie prime, sottraendoli alla sfera d’influenza cinese. Gli Usa sono alla disperata ricerca di terre rare, soprattutto, per sfuggire dalla dipendenza dalla Cina. Trump e i tecno-oligarchi amici suoi approfitteranno di ogni occasione per prendersele.

Il caso Epstein farà cadere Donald Trump?

Onestamente: boh. È un casino tale, sta storia, che fatichiamo a capire che piega prenderà. Peraltro, la politica americana è un’altra storia e a farla da padrona è l’economia, quasi sempre. Quindi alle elezioni di medio termine – novembre 2026 – saranno le condizioni materiali degli americani a fare da cartina tornasole della popolarità di Trump. Allo stato attuale, il consenso per il presidente è ai minimi termini e le previsioni sono di una vittoria democratica. Ma l’economia americana si è rimessa a correre, in questa fine del 2025. Quindi, come dire: aspettiamoci sorprese.

L’Italia entrerà in recessione nel 2026?

Recessione forse no, ma in stagnazione lo è da un pezzo. Anche la crescita di quest’anno, di fatto, è frutto dei lavori e degli investimenti legati al Pnrr, che il prossimo anno non ci saranno più. La crisi dell’economia tedesca, che è da decenni la nostra locomotiva, e i dazi di Trump sulle esportazioni rischiano di darci una bella botta. Però tutto può cambiare in un attimo. E la stabilità politica – lo ha scritto il Financial Times pochi giorni fa – può essere un buon biglietto da visita per attrarre investimenti, in un mondo in subbuglio come quello attuale. Staremo a vedere.

Giorgia Meloni continuerà a godere del consenso che ha oggi?

Negli ultimi tre anni di economia in crisi e nulla cosmico al governo, Giorgia Meloni ha mantenuto un consenso altissimo. Un’anomalia che, crediamo, diventerà materia di studio per i politologi, negli anni a venire. Allo stato attuale non vediamo come possano cambiare le cose: l’economia continuerà a traccheggiare, il governo continuerà a non fare nulla, e la maggioranza probabilmente riuscirà a spuntarla pure nel referendum sulla giustizia.

E l’opposizione?

Per come è messa ora, difficilmente riuscirà a farsi percepire come un’alternativa credibile. Attenzione, però: è sempre più evidente che c’è un pezzo di elettorato che aspetta qualcosa o qualcuno che ancora non c’è, quel che è stato Berlusconi nel 1994 e Beppe Grillo nel 2013. Chissà se mai arriverà, e che sembianze avrà. Magari le elezioni amministrative che si terranno in primavera a Roma, Milano, Bologna, Torino e Trieste ci riserveranno qualche sorpresa.

Riusciremo a capire chi vi ha spiati con Paragon?

Difficilissimo. Noi continueremo a chiedere. Ma le indagini spettano alla magistratura, che sta lavorando, e al governo, che non ha alcuna intenzione di occuparsene.

Direi che è tutto, anche per oggi.
Grazie per averci accompagnato fino a qua.

Francesco

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