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👋🏼 Ciao, questa è la speciale Evening Review, pensata per te che hai scelto di sostenerci. Io però, non sono Adriano Biondi, il condirettore di Fanpage.it: sono Annalisa Girardi e oggi lo sostituisco per la rassegna stampa serale.
Giorgia Meloni è stata ricevuta dal Papa Leone XIV lo stesso giorno in cui il disegno di legge della destra sul fine vita ha iniziato il suo iter in Senato. Che si sia trattato o meno una coincidenza, è probabile che la conversazione abbia toccato anche il tema del suicidio assistito, con una precisa rassicurazione da parte della presidente del Consiglio: con questa legge non si aprirà all'eutanasia.
🩺 Per ora si parla solamente di una bozza, ma questo testo sta già facendo discutere. Per l'Associazione Luca Coscioni si tratta di una legge che va contro il diritto all'aiuto medico per la morte volontaria, il diritto cioè all'autodeterminazione e a decidere della propria vita. "Non è importante che sia o meno una coincidenza ma la presidente del Consiglio incontra Papa Leone XIV meno di 24 ore dopo l'ufficializzazione del testo sul fine vita, prodotto dal governo, dopo due mesi di trattative informali, sulla base di testi tenuti segreti, con la Conferenza episcopale italiana, unico interlocutore finora scelto dalla maggioranza. Il merito del provvedimento è coerente con il metodo. La proposta di legge emanata dalla maggioranza cancella alla radice il diritto, che in Italia esiste da 7 anni, all'aiuto medico alla morte volontaria", hanno detto oggi Filomena Gallo e Marco Cappato.
🕊️ Meloni è rimasta con il Papa per circa una mezz'ora. La sala stampa vaticana ha riferito che durante l'incontro si è parlato di pace in Ucraina e in Medio Oriente, in particolare degli aiuti umanitari a Gaza. E poi di "tematiche d'interesse per la Chiesa e la società italiana". Tra queste, quindi, potrebbe rientrare perfettamente la questione del fine vita, che in Italia è da anni al centro di dibattiti e polemiche. Tanto che nonostante nel 2019 la Corte Costituzionale abbia dato un preciso mandato alla politica, spingendola a intervenire per formulare una legge sul fine vita, non si è mai riusciti a trovare una quadra.
Alcuni anni fa sempre l'Associazione Coscioni aveva lanciato un'iniziativa per promuovere un referendum sull'eutanasia legale: nonostante la straordinaria partecipazione collettiva – in poco tempo erano state raccolte oltre un milione di firme – la stessa Corte aveva bocciato il quesito. E non se ne era più fatto nulla. Il punto, alla fine, è sempre lo stesso: quello del fine vita è un tema etico complesso e delicato, che vede sia la politica e che la società italiana profondamente divise. Da un lato c'è chi sostiene il diritto a decidere sulla propria vita, quindi anche a farla terminare quando questa non è più considerata dignitosa, ma diventa solo fonte di sofferenze. Dall'altro – e l'influenza cattolica qui è profonda – c'è chi pensa che la vita sia un dono proveniente da un'entità superiore e che quindi non spetti a noi decidere sulla sua fine.
🗣️ Il fine vita è spesso stato protagonista di un acceso dibattito politico. E anche questa volta, il disegno di legge della destra non fa eccezione. Sul Corriere della Sera, Alessandra Arachi oggi scrive: "Il punto più dibattuto e contrastato dalle opposizioni rimane quello sul ruolo del Servizio sanitario nazionale. Il testo di legge prevede che venga escluso dal suicidio assistito, non potranno quindi intervenire i medici del Ssn, non si potranno usare i farmaci, né i macchinari". E poi: "A far discutere la minoranza è anche la questione del comitato unico nazionale, che deve accertare che vengano rispettate le condizioni stabilite dal testo. Dice Alfredo Bazoli, membro del comitato ristretto, del Pd: «Il comitato nazionale è unico e rischia di non riuscire a far fronte alle domande. Inoltre è formato da sette membri che vengono nominati dal presidente del Consiglio, quindi influenzati dalla politica, e non prevede che il Servizio sanitario abbia alcun ruolo di verifica di queste condizioni e nemmeno una supervisione delle modalità di aiuto» (…) Il testo è frutto di una mediazione portata avanti dai due relatori e Pierantonio Zanettin sostiene che non sia stata una mediazione a ribasso".
💶 Su La Stampa, Paolo Russo aggiunge: "I senatori di maggioranza mettono le mani avanti: «Nel testo sul fine vita che abbiamo messo a punto e presentato in commissione Affari sociali non c'è il diritto a morire», afferma il suo presidente, il meloniano Francesco Zaffini". Per poi sottolineare tutti i punti del testo che non tornano alle opposizioni, in primis appunto l'esclusione del Servizio sanitario nazionale. "Il Ssn viene lasciato fuori dalla porta. Perché, come si legge nel testo arrivato ieri sera in Comitato ristretto, «il personale in servizio, le strumentazioni e i farmaci, di cui dispone a qualsiasi titolo il Servizio sanitario nazionale non possono essere impiegati al fine della agevolazione del proposito di fine vita». Ossia bisogna pagarseli da sé. «Così si lascia fuori l'unico organismo, il Ssn, in grado di garantire parità di accesso e trattamento, creando un'area grigia dove potrà infilarsi il privato», contesta il dem Alfredo Bazoli".
📰 Su questo punto è intervenuta anche la presidente di Azione, Elena Bonetti. Che in un'intervista di Alessia Guerrieri su Avvenire dice: "È necessario coinvolgere il Servizio sanitario nazionale perché non si dia spazio alla privatizzazione del suicidio mediamente assistito, che di fatto sarebbe una mercificazione privata delle morte". E sul comitato unico, invece: "Quello che ritengo sia pericoloso, e che non vogliamo, è lasciare che il comitato sia emanazione di una scelta politica-governativa. Occorrono figure di scienza ed elevata competenza che possano essere eventualmente nominate da organismi di tutela, penso ad esempio alla presidenza della Repubblica. Sono tutti punti da discutere, che devono essere l'oggetto di un ragionamento e di una sintesi condivisi, perché sono questioni per cui non si può fare battaglia ideologica. Bisogna dare una risposta a Lal dignità e insieme alla libertà delle persone".
Infine, sul Sole 24 Ore, Marzio Bartoloni ricorda: "Finora solo pochi malati hanno potuto accedere al suicidio assistito con le condizioni poste dalla Corte costituzionale, mentre ieri Martina Oppelli, la donna di 49 anni affetta da venti di sclerosi multipla, ha presentato una nuova opposizione dopo il terzo diniego della sua Asl perché non avrebbe alcun trattamento di sostegno vitale in corso".
Per questa sera da parte mia è tutto, alla prossima Evening Review!
Annalisa