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Very e Sasy da Bruno Vespa, ma non si parla di Tiktok: è per raccontare una brutta vicenda di cronaca

Veronica, moglie di Salvatore, i “Very e Sasy” di TikTok, racconta i momenti immediatamente successivi all’accoltellamento del figlio 15enne avvenuto qualche mese fa.
A cura di Redazione Napoli
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Very e Sasy sono sicuramente i due tiktoker più noti del panorama napoletano. Al secolo Veronica Acquaviva e Salvatore Borriello, originari di Secondigliano, sposati poco più che adolescenti, genitori di cinque figli e nonni, sono protagonisti di un vero e proprio reality show partenopeo sul social cinese, manco a diro, seguiti da milioni di persone, tanto da farlo diventare un reddito (al posto di quello di cittadinanza, direbbero i maligni).

Qualche giorno fa Bruno Vespa a "Porta a Porta" su Raiuno ne ha parlato, ma non come famiglia di influencer e fenomeno sociale,  bensì per una vicenda di cronaca avvenuta a Napoli alcuni mesi fa, che ha coinvolto uno dei figli – minorenne – della numerosa e popolare famiglia napoletana di Tiktok. A parlare ai microfoni di Vespa è Veronica, "Very".

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L'argomento è il bullismo e la violenza giovanile in tutt'Italia, la vicenda risale a maggio 2023: uno dei figli della coppia, 15 anni, fu accoltellato in un sabato sera in via dei Carrozzieri a Monteoliveto, nei pressi di piazza del Gesù; come responsabile fu stato individuato un 13enne, che aveva sferrato i due fendenti al fianco del ragazzo presumibilmente al termine di un alterco.

Il giovane dovette farsi medicare in ospedale: la lama aveva intaccato l'intestino ma senza causare danni gravi, prognosi di 25 giorni. Il 13enne, identificato dalla Polizia di Stato, fu affidato ai genitori in quanto in età non imputabile. Nelle ore successive al ferimento la madre, sempre tramite TikTok, disse che secondo lei, le motivazioni erano da addurre ad una "gelosia"  scaturita dalla popolarità dei genitori sul social network.

Veronica Acquaviva ha ripercorso quella nottata orribile:

Era stato accoltellato da un ragazzino che da poco aveva compiuto 12 anni. Io ho pregato Dio e ringraziato che mio figlio ne è uscito illeso e ora sta a casa. Ma dico io, mettiamo caso che quella coltellata era profonda… io a quest'ora me lo stavo piangendo e non ero qui a raccontare l'accaduto.

Dalla testimonianza è poi scaturito un dibattito politico anche alla luce degli altri episodi di violenza giovanile accaduti a Napoli dalla fine dell'estate a oggi.

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