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L'omicidio di Ugo Russo a Napoli

“Ugo Russo vive” sui muri di Forcella, Borrelli (AVS): “Chiediamo immediata cancellazione”

Una scritta sui muri di Forcella per Ugo Russo, ucciso a 15 anni mentre tentava una rapina. Borrelli: “Oltraggio alla memoria delle vere vittime di Napoli”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Foto Francesco Emilio Borrelli / Facebook
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Una scritta su un muro di Forcella per Ugo Russo, il 15enne morto mentre tentava una rapina, assieme ad un complice, su via Generale Orsini a Napoli. Per la sua morte è attualmente sotto processo un giovane carabiniere: i fatti risalgono al 29 febbraio 2020, pochi giorni prima che la pandemia di Covid esplodesse in tutta Italia e portasse a due mesi di lockdown l'intero pianeta.

"Ugo Russo vive", recita la scritta, "Io sono ancora qua.. eh già. So chi è stato. Se occasione ci sarà, giustizia si farà". Se una parte si rifà ad una nota canzone di Vasco Rossi ("Eh già"), la seconda parte suscita sicuramente più timore. Per Francesco Emilio Borrelli, deputato dell'Alleanza Verdi-Sinistra, "ancora una volta i muri di Forcella diventano altari di una cultura criminale che non vuole morire. Dopo le ripetute scritte dedicate a Luigi Caiafa, il 17enne morto durante un tentativo di rapina, ora un nuovo murales inneggia a Ugo Russo, il 15enne ucciso mentre tentava di sottrarre un orologio a un carabiniere fuori servizio".

Proprio il deputato di AVS ha diffuso le immagini della scritta apparsa sui muri, nello stesso posto dove in passato erano apparse scritte per Luigi Caiafa, anche lui ucciso durante una tentata rapina. "Abbiamo denunciato nuovamente questa vergognosa apologia e richiesto la rimozione immediata della scritta. Non permetteremo mai che questi simboli diventino modelli per i più giovani. In quel vicolo si continua a glorificare la criminalità, trasformando i carnefici in vittime, i delinquenti in martiri", ha aggiunto Francesco Emilio Borrelli in una nota, in cui ha parlato anche di "una narrazione tossica che alimenta odio, disillusione e morte. La celebrazione della malavita è un oltraggio alla memoria delle vere vittime e una ferita aperta nella coscienza civile di Napoli. Forcella e i Quartieri non devono essere santuari della criminalità, ma territori da riconsegnare alla legalità, alla cultura, alla speranza. Combatteremo fino in fondo questo meccanismo autodistruttivo. È tempo di celebrare chi salva, non chi devasta", ha concluso Borrelli.

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