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Tre pizzette e l’acqua, 24 euro: lo scontrino di Capodichino accende la polemica sui prezzi negli aeroporti

Uno scontrino rilasciato da un’attività nell’aeroporto di Capodichino scatena il dibattito sui social per i prezzi applicati negli scali: per tre parigine e una bottiglietta d’acqua pagati 24 euro.
A cura di Nico Falco
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Lo scontrino dell’attività nell’aeroporto di Capodichino
Lo scontrino dell’attività nell’aeroporto di Capodichino

Tre parigine, a 7 euro e 50 l'una, e una bottiglia d'acqua, a un euro e settanta: fanno 24 euro e venti centesimi. Lo "scontrino pazzo", questa volta, non arriva da un luogo turistico, da qualche bar di lusso o da un lido balneare, ma da un aeroporto: risale a ieri, 18 agosto, ed è stato rilasciato da uno degli esercizi commerciali presenti nell'aeroporto di Capodichino, a Napoli. Finito sui social, ha scatenato la polemica tra chi fa notare che i prezzi sono sempre esposti e siano nella media degli aeroporti (se non addirittura leggermente più bassi) e chi, invece, sottolinea che si tratta comunque di costi troppo alti.

Lo scontrino è stato pubblicato dal deputato Francesco Emilio Borrelli, che l'ha ricevuto da un utente, e si è infilato inevitabilmente nel solco di quelli emersi nei giorni scorsi e che, invece, riguardavano lidi e bar ma con tariffe paragonabili. Nel dettaglio si legge che i 24,20 euro sono relativi a tre pizzette da asporto e a una bottiglia d'acqua. La situazione, come è ben noto a chiunque abbia preso un aereo, non è limitata soltanto allo scalo napoletano ma è comune a tutti gli aeroporti. Anzi, quelli italiani sono in genere tra i più economici a livello europeo: in quello di Istanbul una bottiglia d'acqua da mezzo litro può costare tra i sei e i sette euro, un croissant anche sedici euro e oltre.

Così come avviene per le stazioni ferroviarie, ma anche per le aree di servizio, a incidere sui prezzi finali sono i costi di gestione, gli affitti, anche il regime di monopolio che si viene a creare. Ed è particolarmente fastidiosa perché, benché non si tratti di beni di prima necessità e non sia comunque vietato portarsi cibo da fuori, nell'attesa di prendere un aereo il passeggero è comunque "bloccato" ed è vincolato ad acquistare soltanto negli esercizi commerciali presenti nello scalo.

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