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Testimone corrotto al processo per omicidio, pizzo ai commercianti: 11 arresti nel clan D’Alessandro

I carabinieri hanno arrestato 11 persone, ritenute contigue al clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia (Napoli); il gruppo di camorra avrebbe anche corrotto un testimone prima della su deposizione in un processo per omicidio.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Il clan D'Alessandro avrebbe corrotto un testimone prima della sua deposizione in un processo per omicidio. Emerge anche questo, dall'inchiesta sfociata oggi in un 11 arresti contro il gruppo criminale di Castellammare di Stabia (Napoli); l'ordinanza cautelare, emessa dal gip, è stata notificata oggi dai carabinieri del Nucleo Operativo di Torre Annunziata, al termine di indagini coordinate dalla Dda di Napoli.

Gli indagati sono gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto di armi da sparo, corruzione in atti giudiziari, delitti aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan D'Alessandro. Oltre alla vicenda del testimone corrotto, sono emersi anche episodi relativi all'imposizione del "pizzo" ai danni di commercianti della zona.

Il gruppo di camorra, originario della frazione di Scanzano, è attivo nella cittadina stabiese della metà degli anni settanta del secolo scorso e negli anni ottanta è stato protagonista di una sanguinosa faida con gli scissionisti del clan Imparato, che fece contare una settantina di morti, tra cui anche vittime innocenti.

Attualmente Vincenzo D'Alessandro, che viene ritenuto dagli inquirenti ai vertici del sodalizio criminale, è detenuto e sotto processo: è stato individuato come mandante, insieme Sergio Mosca (suocero del fratello Pasquale), dell'omicidio di Luigi Tommasino, il consigliere comunale di Castellammare di Stabia ucciso mentre era in automobile con il figlio il 3 febbraio 2009; i due erano stati arrestati nel maggio 2024, insieme ad altre quattro persone, in un'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

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