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Afragola, rapinatore picchiato dal clan dopo pestaggio al tabaccaio: “Ma questi sono peggio delle guardie?”

Gli indagati per le rapine ad Afragola sarebbero stati picchiati dal clan per punizione; uno avrebbe evitato il pestaggio grazie a “quelli di Secondigliano”.
A cura di Nico Falco
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I giovani sottoposti a fermo per le tre rapine ad Afragola (Napoli) sarebbero stati picchiati, presumibilmente da affiliati al clan della zona, in seguito ad un raid particolarmente violento. Circostanza che emerge dall'ordinanza eseguita il 4 dicembre dai carabinieri del Gruppo di Castello di Cisterna e delle Aliquote di Primo intervento del Comando Provinciale di Napoli a carico di sei persone, accusate di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine aggravate e detenzione e porto abusivo di armi.

Il rapinatore picchiato dal clan: "Ma questi sono peggio delle guardie?"

Nell'ordinanza viene riportata l'intercettazione tra uno degli indagati e il fratello, evidentemente in possesso di un telefono cellulare nonostante sia detenuto. Il giovane gli racconta di essere stato convocato da alcune persone per essere redarguito in merito alla terza rapina contestata, che aveva avuto una grande eco sui media proprio per la violenza utilizzata.

"Mi volete far stare con le palpitazioni di cuore? – chiede il fratello. E poi aggiunge, in riferimento alla convocazione: "Ma com'è, sono peggio delle guardie questi qua?". Secondo lui il ragazzo dovrebbe far presente di avere un fratello detenuto, e di avere quindi bisogno di soldi.

L'altro ribatte di averlo già detto, e dice che gli sarebbero stati offerti 300 euro, somma che però non aveva ritenuto sufficiente in quanto avrebbe dovuto mantenere sia il fratello in carcere sia la madre. "Io non valgo 300 euro – dice l'indagato – io i soldi so come abbuscarli. Scendo come mo faccio i reati, gli ho detto. Senza bisogno di nessuno. Non voglio essere comandato da nessuno, gli ho detto. A me se volevo essere comandato me ne andavo sotto ad un masto".

Uno degli indagati salvato da "quelli di Secondigliano"

Della "convocazione" e della punizione si parla anche in un'altra telefonata, intercorsa tra uno degli indagati e la fidanzata. La ragazza gli ricorda che lui non è stato picchiato da due pregiudicati legati al gruppo Barbato-Bizzarro per le rapine commesse soltanto perché aveva richiesto l'intercessione di "quelli della zona di Secondigliano".

Nella stessa telefonata, quando la ragazza gli dice che sarà arrestato a breve, il ragazzo risponde che sconterà "quattro o cinque anni". Al che lei incalza: "Tu avrai dieci anni perché avete fatto abuso addosso a quello del tabacchino, se lo volete sapere".

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