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Racket al mercato di Pianura, 10 euro al giorno a bancarella: presi in due dei Carillo-Perfetto

Operazione dei carabinieri tra le bancarelle del mercatino di Pianura: arrestati due estorsori, imponevano una tassa di 10 euro al giorno agli ambulanti.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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A Pianura i clan continuano a mantenere un certo controllo sul territorio nonostante la valanga di manette che si è abbattuta sul quartiere due settimane fa: lo testimoniano gli ultimi due arresti dei carabinieri, che nel quartiere della periferia ovest di Napoli hanno bloccato due estorsori, ritenuti vicini al clan Carillo-Perfetto, mentre si facevano consegnare il denaro dagli ambulanti del mercato di via Jose Maria Escriva: 10 euro al giorno, 19 pagamenti incassati, che per un mese fanno un tesoretto di 5.700 euro.

Angelo Giovenco, 39enne di Castel Volturno e residente a Pianura, e il coetaneo Ciro D'Amico, napoletano del quartiere Fuorigrotta, entrambi già noti alle forze dell'ordine, sono stati bloccati ieri dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli. Indagine vecchio stile, con servizi di pedinamento e di osservazione: i carabinieri li hanno notati mentre si aggiravano tra le bancarelle e, in borghese e confusi tra i clienti, li hanno tenuti d'occhio. E, pedinandoli, li hanno visti mentre andavano a "bussare" da 19 ambulanti, uno dietro l'altro, incassando per ogni tappa 10 euro. I due sono stati bloccati e la somma in loro possesso è stata sequestrata.

Da indagini svolte nel mercatino di Pianura è emerso che quell'estorsione era praticamente una tassa, da pagare ogni giorno da 4 settimane. Dagli inizi di luglio, quindi, e i pagamenti non si erano interrotti nemmeno quando, a metà mese, la Polizia aveva "invaso" il quartiere con decine di volanti per un blitz contro i due clan rivali: una trentina di arresti sia tra i Carillo-Perfetto sia tra i Calone-Marsicano-Esposito; a quell'operazione era sfuggito (ed è ancora irreperibile) il boss Antonio Carillo, ritenuto a capo del primo clan e nipote diretto dell'ex boss (oggi collaboratore di Giustizia) Pasquale Pesce.

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