Processo al clan Moccia, imputati restano liberi: Tribunale conferma scarcerazioni

Restano in libertà gli imputati nel processo contro il clan Moccia che erano stati scarcerati nelle scorse settimane per decorrenza dei termini di custodia cautelare: il Tribunale del Riesame ha rigettato l'appello presentato dai pm. La decisione (decima sezione del Riesame di Napoli, presidente Gallo) riguarda 15 persone, tra cui i presunti vertici del clan di camorra originario di Afragola (Napoli), tutti coinvolti nel processo che è in corso a Napoli.
Restano liberi gli imputati del processo Moccia
Tra gli scarcerati ci sono anche i fratelli Antonio, Luigi e Gennaro Moccia. Alcuni dei 15 imputati sono sottoposti a misure cautelari come il divieto in Campania e Lazio, regioni in cui, secondo gli inquirenti, si concentrano le attività economiche della famiglia. Il processo, in primo grado, conta complessivamente 48 imputati e sono state celebrate 60 udienze, ma non c'è stata ancora una sentenza.
Soltanto per l'esame di Andrea Manti, comandante del Ros dei carabinieri quando ci furono gli arresti, ci è voluto un anno e mezzo. Ancora prima il processo aveva avuto uno stop di sei mesi: il gup di Napoli aveva rinviato a giudizio gli imputati, affidando la competenza per il dibattimento al Tribunale di Napoli Nord, che però si era poi dichiarato incompetente e quindi gli atti erano tornati a Napoli. La Procura di Napoli, con i pm Ivana Fulco e Ida Teresi, aveva paventato già nel 2023 il rischio che delle scarcerazioni per decorrenza dei termini, e un anno dopo i pm avevano sollecitato la celebrazione di un numero maggiore di udienze ma non era stato possibile per l'alto numero di procedimenti in corso.
Il processo contro il clan Moccia di Afragola
Il processo era cominciato nel 2022, quando c'era stato il decreto di giudizio immediato. Nella prima udienza, però, fissata per il 17 ottobre ma rinviata a dicembre, le difese aveva sollevato una questione tecnica, sostenendo che il tribunale competente non fosse quello di Napoli Nord ma quello di Napoli; il 20 dicembre 2022 la richiesta era stata accolta e gli atti erano stati trasferiti nel gennaio successivo.
Le scarcerazioni sono arrivate per scadenza dei termini di custodia cautelare, in quanto, dopo tre anni, non è arrivata nessuna sentenza. Sul termine c'è stata una differenza di interpretazione: per la Procura i tre anni sarebbero dovuti partire dal dicembre 2022, quando era stata dichiarata l'incompetenza territoriale e quindi il trasferimento degli atti (e sarebbero quindi scaduti nel dicembre 2025). Secondo la difesa, invece, il conteggio deve partire dal luglio 2022, data del decreto di giudizio immediato. Il Tribunale di Napoli ha accolto questa seconda tesi, ritenendo insuperabile il limite anche in caso di cambio di competenza da un tribunale all'altro, e sancendo la scarcerazione degli imputati; decisione che è stata poi confermata, oggi, dal Tribunale del Riesame.