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Pesci venduti tra sporcizia e ruggine, scatta la sospensione da parte dell’Asl

Controlli nel Sannio, scattano le sospensioni per pescherie in precarie condizioni igienico-sanitarie. Distrutti 140 chili di pesce.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Immagine di repertorio
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Due pescherie sono state chiuse nel Sannio dopo i controlli da parte della Capitaneria di Porto di Torre del Greco affiancati dai Carabinieri Forestali di San Bartolomeo in Galdo e da personale dell'Azienda Sanitaria Locale di Benevento. Sequestrati anche quasi 150 chili di pesce, che verrà distrutto. Tra questi, spigole, vongole, triglie, seppie, calamari, orate, merluzzi e salmoni: tutti in vendita senza alcuna attestazione di tracciabilità, e tenuti in una pescheria che si trovava tra le altre cose in precarie condizioni igienico sanitarie.

Tutto è iniziato durante un normale controllo, che ha fatto emerge la mancanza di tracciabilità per 140 chili di pesce di vario tipo: documentazione obbligatoria in quanto le leggi italiane ed europee vietano, espressamente, la vendita di prodotti non tracciabili per tutelare i consumatori. Sono così scattati anche due verbali per illecito amministrativo da 1.500 euro ciascuno. Il pesce sequestrato è stato invece distrutto. Sono inoltre state riscontrate anche pessime condizioni igienico-sanitarie, "assolutamente non idonee al corretto svolgimento delle attività di commercializzazione", spiegano i carabinieri: in particolare, sono state scoperte pareti con incrostazioni e ruggine sulle strumentazioni. A quel punto, l'attività è stata immediatamente sospesa, con diffida a non riaprire "sino al necessario adeguamento dell’intera struttura, rispetto alle vigenti rigorose norme igienico-sanitarie". Controlli che si estenderanno anche nei prossimi giorni da parte delle forze dell'ordine nelle attività commerciali locali e in tutta la provincia sannita.

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