A Napoli domenica di folla e assembramenti per lo shopping: Caos da Vomero a centro storico

Una domenica di shopping in tutta Napoli, all'insegna della normalità. Forse anche troppa: assembramenti e qualche mascherina indossata sotto il mento e dunque inutilmente (in qualche caso i dispositivi di protezione erano anche totalmente assenti) hanno caratterizzato la giornata di Santa Lucia del 13 dicembre, in quella che era la prima domenica in zona arancione per la Campania e forse anche l'ultima se si deciderà di inserirla in zona gialla, che nel caso partirebbe proprio da domenica 20 dicembre.
Dal Vomero al Centro Storico, le strade di Napoli erano state prese d'assalto già da sabato pomeriggio, ma nella mattinata di ieri, domenica 13 dicembre, la "voglia di normalità" è stata eccessiva in diversi casi. Lunghe code all'esterno dei negozi, particolarmente affollate via Toledo al Centro e via Scarlatti al Vomero, le strade dello shopping partenopeo. Natale, del resto, è alle porte: e in molti hanno approfittato così per acquistare regali di Natale per amici e familiari, ma anche per fare quattro passi nonostante l'impossibilità di recarsi nei bar (ancora chiusi per il servizio al banco, ma disponibili per asporto e delivery) per un aperitivo.
Non sono mancate le reazioni politiche di fronte alla vista di queste immagini, che hanno caratterizzato anche altre grandi città italiane, come Milano e Roma. "Non cominciamo la litania della meraviglia di vedere le strade con le persone perché mi sembrerebbe di vivere il festival della stupidità", ha tuonato il sindaco di Napoli Luigi De Magistris già sabato sera, "Se qualcuno si meraviglia, è una persona che non ha una quantità di cervello particolarmente ossigenato. La settimana prossima se saremo zona gialla di gente ne vedremo anche il triplo". Molto più duro, invece, il presidente della regione Vincenzo De Luca, che ospite a "Che tempo che fa" da Fabio Fabio su Rai 3 ha invece detto che festeggiare il Natale come gli anni scorsi sarebbe come "aprire le porte delle Terapie Intensive a gennaio e quelle dei cimiteri per altri diecimila decessi Covid".