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L'omicidio di Ugo Russo a Napoli

Morte di Ugo Russo, il boss ordinò: “Chi ha sparato contro la caserma si costituisca”

Troppe forze dell’ordine in giro e affari in pericolo: secondo gli inquirenti, sarebbe stato il boss a chiedere di costituirsi ai responsabili degli spari contro la caserma dei carabinieri poche ore dopo la morte di Ugo Russo.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Sarebbe arrivato proprio dall'uomo considerato a capo del gruppo criminale Saltalamacchia l'ordine di costituirsi alle forze dell'ordine ai due responsabili degli spari contro la caserma sede del comando provinciale dei carabinieri di Napoli, a poche ore dalla morte di Ugo Russo, il 15enne rimasto ucciso durante un tentativo di rapina nella notte del 29 febbraio del 2020 su via Generale Orsini, nel Rione di Santa Lucia a Napoli. Questo dettaglio è emerso dall'ordinanza di custodia cautelare che quest'oggi ha portato a una raffica di arresti in una operazione congiunta di Carabinieri e Squadra Mobile partenopea.

Secondo quanto riportato dall'ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari Carla Sarno, in una intercettazione telefonica sarebbe stato il presunto boss Eduardo Saltalamacchia, ritenuto dagli inquirenti a capo dell'omonimo clan, a chiedere ai due responsabili della "ritorsione" contro la Caserma Pastrengo di costituirsi. Una stesa, quella contro la caserma, che avvenne poche ore dopo la morte di Ugo Russo, e che venne interpretata anche dall'opinione pubblica come una atto di sfida nei confronti dei militari dell'Arma. Fatto sta che pochi giorni dopo, finirono in manette reo confessi due giovani: uno di questi risultò essere un cugino dello stesso Ugo Russo. La "richiesta" di costituirsi sarebbe stata fatta perché, secondo l'ordinanza, dopo gli spari contro la caserma le indagini delle forze dell'ordine stavano in qualche modo rovinando gli affari delle piazze di spaccio dei Quartieri Spagnoli.  I due responsabili, reo confessi, furono dichiarati in stato di fermo il 9 marzo, ad una settimana dalla stesa.

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