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Malati oncologici a Ischia costretti a curarsi a Napoli: “Sull’isola non ci sono macchinari”

Viaggi in traghetto quotidiani per fare le terapie e per gli esami. Ogni mese bisogna fare i conti con l’esaurimento dei fondi in convenzione: “Ci vogliono una montagna di soldi”
A cura di Antonio Musella
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Per un malato oncologico la rapidità degli esami e delle cure è un elemento assolutamente decisivo per curarsi con efficacia dal tumore. I pazienti oncologici dell'isola d'Ischia sono costretti a mettersi su un traghetto e a venire a Napoli per curarsi e fare esami. Sull'isola mancano i macchinari, una situazione gravissima raccontata a Fanpage.it da Silvio Carcaterra, malato di cancro al colono da 3 anni e mezzo, che periodicamente deve mettersi sul traghetto, fare il viaggio, sottoporsi alla chemio terapia, riprendere il traghetto per tornare a casa. Un viaggio da incubo per chi è sottoposto alla fatica della terapia, a cui si aggiunge anche la circostanza, diffusa in tutta la Campania dell'esaurimento puntuale, ogni mese, del fondo per gli esami in convenzione che costringe i pazienti oncologici a rivolgersi ai privati.

"La chemio a Napoli ogni settimana, prima venivo ogni giorno"

Silvio è un lavoratore marittimo ed ha scoperto il suo tumore dopo una colonoscopia effettuata a seguito dei controlli di routine prima di un imbarco. Da allora la sua vita è costellata di viaggi in traghetto, navette, traffico, pesanti e faticose terapie, e poi il viaggio di ritorno. Uno stress enorme a cui sono sottoposti i malati oncologici dell'isola d'Ischia. "Sull'isola non ci sono i macchinari tomografici e quindi anche per le P.e.t tac, le scintigrafie, le tac normali, esami importantissimi per noi malati oncologici, dobbiamo venire a Napoli" ci spiega Silvio. Anche la chemioterapia e la radioterapia vengono fatte sulla terraferma, con tutto l'incredibile viaggio annesso. "Ora faccio la chemioterapia ogni 14 giorni, prima l'ho fatta ogni settimana – sottolinea – prima ancora per un anno e mezzo ho fatto la radioterapia e dovevo farla tutti i giorni. La facevo in un centro privato convenzionato a Marano, quindi tutti i giorni dovevo mettermi sul traghetto e venire qui. Un viaggio allucinante". Una fotografia ben lontana dalla "efficientissima sanità campana" dipinta dalla Regione Campania, che interessa i cittadini isolani che devono accollarsi anche le spese per gli esami. "Gli esami sono fondamentali, perché ci danno la possibilità di capire a che punto è la malattia e misurare l'efficacia delle cure, ma anche questi dobbiamo farli qui" spiega Silvio.

"Ogni mese finiscono i fondi di esenzione, dobbiamo pagarci tutto"

A peggiorare la condizione dei malati oncologici isolani c'è l'esaurimento costante e purtroppo puntuale del fondo per gli esami in convenzione che riguarda molte province della Campania. "Ogni mese la nostra esenzione, la 048, si esaurisce – spiega Silvio –  la Asl ci dice che sono finiti i soldi e questo vuol dire che non solo dobbiamo venire a Napoli a fare gli esami, ma che dobbiamo pagarceli noi". Una spesa che purtroppo raggiunge le centinaia di euro al mese e che aggrava ancora di più la condizione dei malati oncologici. Il codice 048 è quello che contraddistingue i malati oncologici, questo tipo di esenzione dovrebbe garantire proprio a loro la costanza delle cure, a spese della Regione, ma il fondo, che in Campania a differenza di altre regioni viene erogato su base mensile e non annuale, si esaurisce nei primi giorni del mese, costringendo quindi i pazienti a pagarsi gli esami a spese proprie. "Io ho pagato una P.e.t tac 250 euro, ma conosco persone che hanno pagato molto di più, fino a 1000 euro – racconta – io davvero mi chiedo come possono persone che hanno meno mezzi di me, riuscire a pagare tutti questi soldi, serve una montagna di soldi per curarsi". Silvio ha deciso di denunciare questa situazione perché non è più sostenibile: "Nelle mie stesse condizioni ci sono tutti i malati oncologici isolani, Ischia deve dotarsi di questi macchinari, non è una questione di emergenza, è una questione di necessità".

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