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Le spiagge inaccessibili di Napoli: “Tra cancelli e abusi il mare è un diritto di una élite”

Abbiamo provato ad andare al mare a Napoli sulle spiagge libere o provando ad accedere direttamente alla battigia. Quello che abbiamo visto è una selva di cancelli, illegalità ed abusi.
A cura di Antonio Musella
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Come si fa a pensare a Napoli e a non pensare al mare? Cartoline, spot pubblicitari, selfie sui social, manifesti, ed ancora film, serie Tv, video musicali, il mare e la città di Napoli sono un connubio indissolubile. Eppure per chi a Napoli ci vive, il mare, la spiaggia, la possibilità di tuffarsi nello specchio d'acqua che bagna la città è una missione impossibile. Il tratto di costa balneabile in città è tutto racchiuso nell'area che dal lungomare di Via Caracciolo, dove sono presenti le due piccolissime spiagge libere di Rotonda Diaz (il famoso "Lido Mappatella") e Mergellina, passando per Posillipo fino al capo di Coroglio.

Un'area interessata dalla presenza affollatissima di lidi privati che insistono da molti anni. Ed è proprio in questa zona che abbiamo provato ad andare a mare accedendo direttamente alla battigia o sostando sulle spiagge libere, come ogni napoletano avrebbe il diritto di fare. Quello che abbiamo trovato è una selva di cancelli, sbarre, spiagge che teoricamente sono libere e demaniali ma di fatti diventano proprietà di piccoli condomini, per lo più abitati da ricchi e ricchissimi, lidi privati che non consentono di fatto l'accesso alla battigia chiudendo i cancelli d'accesso.

Insomma: andare al mare per un napoletano è ormai un'impresa difficilissima. Allo stesso tempo però quello che si scopre è una quantità di abusi e illegalità che prosperano lontano da occhi indiscreti sulle spiaggette rivierasche di Posillipo.

I cancelli chiusi e l'accesso negato dai lidi privati

A farci compagnia in questo esperimento è Matteo Nuzzo del Comitato Mare Libero, un gruppo di attivisti che da due anni portano avanti una battaglia per garantire a tutti l'accesso libero e gratuito al mare. Quasi tutte le domeniche, armati di ombrelloni, creme solari e spesso anche di canoe e kayak provano a fare una attività semplicissima: andare al mare a Napoli. Ma quello che hanno incontrato sulla loro strada è un mondo di negazioni, affari opachi e soprattutto di cancelli e lucchetti. "Abbiamo visto di tutto – ci dice Matteo Nuzzo – cancelli messi per interdire le spiagge libere, lucchetti, sbarre con custodi, assenza di passerelle per raggiungere la spiaggia libera, servitù coattive assolutamente negate". Di fatto si tratta della negazione di un bene pubblico, che dovrebbe invece essere garantita dalla servitù di passaggio.

"La servitù di passaggio consiste nel fatto che se per raggiungere un bene pubblico io devo passare da una proprietà privata, il proprietario è obbligato a concedermi il passaggio, e questo lo stabilisce la legge italiana" spiega Matteo. Ufficialmente a Napoli c'è un 30% di spiagge libere e gratuite, ma basta provare ad andare al mare per comprendere che la realtà dei fatti è ben diversa. Proprio all'inizio di via Posillipo c'è uno dei lidi più famosi della città, qui il costo a persona per una giornata di mare è di 15 € per un lettino. Come per tutti i lidi privati dovrebbe esserci una servitù di passaggio, ovvero la possibilità di accedere solo alla battigia senza passare dall'ingresso del lido privato e pagare i servizi offerti.

Come mostrano le nostre immagini, proprio ad una ventina di metri prima dell'ingresso del lido ci sono delle scalette che dovrebbero concedere questo accesso. Ma scese le scale, che attraversano un condominio privato, ci si trova davanti ad un cancello chiuso con catena e lucchetto. La situazione non è diversa in altri lidi della stessa zona. Niente accesso al mare dai lidi, non ci resta quindi che provare a raggiungere le spiagge pubbliche.

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Le spiagge libere "privatizzate" dai condomini

Attraversare via Posillipo è uno spettacolo per gli occhi, il panorama mozzafiato da un lato e dall'altro le ville ed i palazzi meravigliosi del quartiere dei ricchi della città. Proseguiamo la nostra "impresa", ovvero provare ad andare a mare. In piazza San Luigi, sempre su via Posillipo se si guarda in basso proprio accanto alla fermata dell'autobus è possibile vedere una splendida spiaggia libera. Magari la vegetazione può impedirne parzialmente la vista, ma basta salire sul muretto di cinta proprio accanto alla fermata del bus per vederla nitidamente. È un'insenatura bellissima, scolpita nel tufo. Sarebbe davvero bello riuscire a fare il bagno lì, ma accedervi è impossibile. L'unico modo per accedervi è da un parco residenziale privato che si affaccia proprio su Piazza San Luigi, si passa il cancello e c'è una sbarra con custode che consente l'accesso solo ai residenti. Tanto di cartelli ricordano che l'accesso è vietato a tutti coloro i quali non risiedono nel condominio, quella è una proprietà privata.

E la spiaggia libera? A godersela evidentemente saranno solo quelli che in questo meraviglioso complesso residenziale ci abitano. Non demordiamo ed arriviamo fino alla zona di Marechiaro, imbocchiamo la discesa che porta a Villa Rosbery ed arriviamo alla spiaggia di Riva Fiorita. Qui la spiaggia è libera, ma è oggettivamente piccolissima. Se ci arrivi di sabato o di domenica è davvero difficilissimo trovare posto. Inoltre le nuove regole introdotte dal Comune di Napoli prevedono l'obbligo di prenotazione per poter accedere alle spiagge libere della città.

Tra la selva di corpi al sole e gente in acqua, l'occhio cade sulla zona esattamente opposta alla spiaggetta di Riva Fiorita. Sulla sinistra un condominio in stile liberty, poi la scogliera davanti al noto ristorante "Giuseppone a mare" su quali notiamo dei cancelli chiusi. Le immagini fatte con il drone ci permettono di vedere che oltre il condominio c'è una meravigliosa spiaggetta, anche questa libera e demaniale. Sarebbe l'ideale per permettere un decongestionamento della piccola spiaggia di Riva Fiorita. Il Comune di Napoli alcuni anni fa ha realizzato una passerella in legno e ferro per permettere a tutti di poter accedere a quella agognata spiaggia libera.

Una mareggiata però circa due anni fa ha distrutto la passerella che da allora non è mai stata riparata. Il risultato è una situazione paradossale. Un cancello chiuso impedisce l'accesso alla passerella pubblica, l'unico modo per arrivare alla spiaggia libera è quindi quello di attraversare la breve stradina che costeggia il condominio, ma qui c'è una sbarra con custode che anche in questo caso, consente l'accesso solo ai condomini. Come è possibile vedere dalle immagini dall'altro, quella che dovrebbe essere una spiaggia libera per tutti, sembra essere di fatto a disposizione solo di chi vive nel condominio che affaccia sul mare, in splendidi e costosissimi palazzi stile liberty.

Il cancello chiuso della passerella pubblica per accedere alla spiaggia libera a Riva Fiorita
Il cancello chiuso della passerella pubblica per accedere alla spiaggia libera a Riva Fiorita

"Severi sul numero chiuso e tolleranti con chi chiude il mare"

Ma quindi per andare a mare a Napoli in maniera gratuita cosa si deve fare? Non resta che provare a prenotarsi in quelle poche spiagge accessibili, senza cancelli, senza lucchetti, senza sbarre di condominii, e per farlo bisogna andare sulla piattaforma del Comune di Napoli. Una decisione presa dall'amministrazione Manfredi nell'estate del 2022 per garantire sicurezza e pulizia. "La nostra opinione è che il contingentamento è una misura straordinaria per momenti straordinari, come durante il Covid – ci spiega Matteo del Comitato Mare Libero – contingentare l'accesso alle spiagge libere perché non si è in grado di garantire l'ordine pubblico o la pulizia è una sconfitta dello Stato, io pago le tasse per avere garantito questo, mica le pago a chi fa gli abusi".

Solo nell'ultimo mese i Carabinieri hanno sequestrato diverse attività abusive lungo le spiagge libere della città di Napoli, da chi affittava ombrelloni e lettini senza alcuna autorizzazione, fino a bouvette abusive e addirittura chi aveva costruito delle cabine su suolo demaniale e le affittava a prezzi decisamente poco economici. Un proliferare di illegalità che non è esercitata di certo da chi prova ad "arrangiarsi" sbarcando il lunario in tempi duri. Perché imporre la propria presenza su una spiaggia, costruire addirittura delle cabine, imporre l'affitto di lettini e ombrelloni, richiede una certa abilità criminale ed una certa capacità di imporre la propria volontà ed i propri affari.

Se a questi affari opachi e sicuramente illeciti aggiungiamo la selva di cancelli, lucchetti e barriere per accedere alle spiagge libere ed il fatto che non viene garantito l'acceso alla battigia da parte dei lidi privati, ci rendiamo conto come andare al mare a Napoli è davvero un'impresa eccezionale.  "Si è severissimi sul numero chiuso sulle spiagge libere e poi si chiude un occhio davanti ai cancelli, alle sbarre, al mancato accesso alla battigia – sottolinea Matteo – la verità è che il mare non bagna Napoli, il mare è un diritto garantito a una piccola élite".

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