Il truffatore di anziani elogia la socia: “Piange anche, la vittima l’ha scambiata per la figlia”

Se quella donna, da semplice collaboratrice, era diventata una socia al 50%, c'era un motivo ben preciso: la considerava più brava di lui, era autonoma e, al telefono, sapeva improvvisare, interpretando non solo la finta carabiniera ma anche la figlia della vittima. A spiegarlo, ai propri genitori, è il presunto capo della banda di truffatori di anziani sgominata dai carabinieri; la circostanza è nell'ordinanza eseguita oggi, 16 dicembre, nei confronti di 21 persone.
Il capo della banda: "Quella è più brava di me"
La conversazione registrata risale al 10 gennaio 2025. A parlare sono il presunto capo della banda, suo padre e sua madre. La donna gli chiede perché ha deciso di dividere in parti uguali i ricavi con una collaboratrice che, quando ha cominciato, aveva solo il compito di "cercare le case", ovvero le potenziali vittime.
E lui spiega bene i motivi per cui la ritiene più valida degli altri, che, al contrario si limitano a telefonare alle vittime: quella donna, dice, è brava più di lui a truffare gli anziani, tanto che, se volesse, potrebbe anche crearsi una "paranza" tutta sua e proseguire in autonomia. Per farle meglio comprendere cosa intendere, le fa un esempio: una volta la vittima al telefono aveva chiesto di parlare con la figlia e lei, che si era già presentata carabiniera, aveva cominciato a piangere per finta e aveva interpretato anche il nuovo ruolo, riuscendo a convincerla a consegnare i soldi e i gioielli all'addetto che sarebbe arrivato poco dopo.
"Posso mettere ogni giorno tre macchine"
Nel prosieguo della conversazione, l'uomo si lamenta di un'altra collaboratrice, sorella della socia, che avrebbe chiesto più soldi senza, però, svolgere gli stessi compiti. Il presunto capo dice che, se fosse più intraprendente, e non si limitasse a fare le telefonate, gli affari potrebbero aumentare per tutta la banda. Perché lui, a quel punto, ogni giorno potrebbe "mettere tre macchine", ovvero far muovere tre truffatori in contemporanea.
In un'altra intercettazione, con uno dei collaboratori, l'uomo parla della necessità di reclutare nuove persone per ritirare soldi e gioielli dalle vittime: dice che, lavorando con lui, possono guadagnare tra i 600 e gli 800 euro, quindi fino ai 3.200 euro al mese.