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Fallimento Ctp da 23 mln, dalla Corte dei Conti 8 inviti a dedurre, c’è anche l’ex sindaco De Magistris

Indagine della Corte dei Conti sul fallimento della Ctp, ma l’ex sindaco arancione si difende: “Dovevo far fallire un’azienda pubblica?”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Luigi De Magistris, ex sindaco di Napoli. Foto / Fanpage.it
Luigi De Magistris, ex sindaco di Napoli. Foto / Fanpage.it

Un possibile danno erariale da oltre 23 milioni e mezzo di euro: questa l'ipotesi della Procura regionale per la Campania della Corte dei Conti che indaga sulle ricapitalizzazioni della Compagnia Trasporto Locale (CTP). L'indagine, condotta dai pm Capalbo, Miranda e Vitale, coordinati dal procuratore Giuseppone, ha ricostruito le "iniezioni" di capitale tra il 2003 ed il 2020, per un totale di oltre 332 milioni di euro: secondo gli inquirenti, queste ricapitalizzazioni sarebbero state deliberate "in un contesto caratterizzato da perdite pluriennali, poi culminate nel fallimento della società", si legge in una nota delle Fiamme Gialle. Fallimento che poi è arrivato nel 2022, tre anni fa. Il possibile danno erariale riguarderebbe il periodo tra il 2017 ed il 2019 e viene contestato, oltre che all'ex sindaco della Città Metropolitana di Napoli Luigi De Magistris (in carica dal primo gennaio 2015 al 18 ottobre 2021), anche ad amministratori, dirigenti e revisori dei conti pro tempore della Città Metropolitana di Napoli.

Da qui l'invito a dedurre per tutte le otto persone coinvolte, in quanto "i piani industriali adottati, frequentemente oggetto di aggiornamenti e modifiche, non avrebbero prodotto gli effetti auspicati, anche in ragione del progressivo peggioramento del quadro economico generale", spiegano ancora dalle Fiamme Gialle. "Parallelamente, il servizio di trasporto pubblico avrebbe registrato livelli di efficienza inferiori agli standard programmati", si legge ancora, "con chilometri percorsi talvolta anche sensibilmente inferiori a quelli contrattualmente previsti. Ulteriori approfondimenti hanno riguardato talune ricapitalizzazioni deliberate in assenza dei bilanci approvati, circostanza che avrebbe comportato l'adozione di decisioni finanziarie di notevole impatto senza un quadro informativo completo e aggiornato". Le due ricapitalizzazioni del 2017 (12.506.656 euro) e del 2019 (11.041.504 euro) sono quelle per le quali sono stati inviati gli inviti a dedurre: ora gli otto coinvolto avranno 45 giorni di tempo per la presentazione delle memorie difensive, l'allegazione di documenti, la richiesta di accesso agli atti e l'eventuale istanza di audizione personale.

De Magistris: "Dovevo farla fallire?"

“Siamo al procedimento nr. 110 dai quali sono costretto a difendermi sin dal 1995″, spiega in una nota Luigi De Magistris, "Ho sempre operato da sindaco di Napoli e da sindaco metropolitano per salvare le aziende pubbliche, metterle in sicurezza e farle operare con i conti in regola. Con CTP, l’azienda della mobilità dell’ex provincia, siamo arrivati ad un passo dal salvataggio, poi è finito il mio mandato e la nuova amministrazione e la Regione Campania hanno deciso di privatizzare il servizio e non completare l’opera di messa in sicurezza che avevamo quasi finito. Ci viene contestato in fase di indagini contabili di aver provato a salvare un’azienda pubblica che, secondo gli accertamenti sin qui svolti dalla procura regionale della corte dei conti, non poteva essere salvata. Contesto con fermezza", aggiunge ancora l'ex sindaco, "e faremo sicuramente valere le nostre ragioni, di aver agito avendo tutti atti, proposte dirigenziali e pareri amministrativi, tecnici e contabili che andavano nella direzione, voluta dall’intero consiglio metropolitano, che deliberò in tal senso, della messa in sicurezza di CTP. Dovevo andare di contrario avviso rispetto alle proposte dirigenziali e far fallire un’azienda pubblica?".

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