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Frana a Casamicciola (Ischia)

Casamicciola, storia di una tragedia infinita: i giornali dopo l’alluvione del 1910

Il 26 ottobre 1910 l’alluvione di Casamicciola che causò 12 morti e decine di dispersi: in meno di 24 ore, Vittorio Emanuele III accorse sul luogo del disastro.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il 26 ottobre del 1910, Ischia fu sconvolta da un'altra alluvione: ancora Casamicciola, già funestata dal terremoto del 1883, fu teatro di quella sciagura, assieme alla costiera amalfitana. In quell'occasione, con l'Italia ancora saldamente monarchica, il Re Vittorio Emanuele III accorse in poche ore sull'Isola Verde, partendo da Pisa e volendo mostrare tutta la sua vicinanza alla popolazione. Un gesto che può sembrare una mera "passerella politica", ma che in realtà aveva un significato profondo: nemmeno il tempo di piangere i suoi morti e l'isola poteva vedere la massima espressione dello Stato sui luoghi colpiti. Il gesto non passò inosservato, e rafforzò ancora di più il legame tra il Re e il popolo.

L'arrivo del Re a Casamicciola dopo meno di 24 ore dalla tragedia

Vittorio Emanuele III partì di corsa da Pisa col diretto delle 23.40, arrivando alle 12.10 a Napoli: dopo aver attraversato corso Umberto e via Depretis applaudito dalla popolazione, si imbarcò quindi con la torpediniera Orfeo (la stessa che, varata un anno prima, era stata utilizzata per i soccorsi dopo il terremoto del 28 dicembre 1908 e che sarà dismessa solo nel 1921) alla volta di Ischia, visitando i luoghi del disastro. Dodici i morti che si contavano in quelle ore a Casamicciola, la zona più colpita dal nubifragio.  Così si legge sulle cronache dell'epoca su La Stampa del 27 ottobre 1910:

Le campagne sono assai danneggiate e gravemente colpiti sono tutti i fondi che si trovano lungo il percorso della lava, dell'acqua e del fango, provenienti dalla montagna e trascinanti massi più pesanti. Le strade comunali e provinciali, in parecchi punti sono interrotte, cosicché urge rimettere in funzione l'intera rete stradale, sia pure con opere provvisorie. Degli abitati, il più gravemente danneggiato è quello di Casamicciola, ove blocchi di centinaia di metri cubi di volume e lava e fango devastarono l'intero rione e la sede degli stabilimenti balneari e delle acque termali. Si deplorano 12 vittime. A Forio, Ischia ed a Porto d'Ischia, al cune parti dell'abitato sono pure devastate ed ingombre, ma con conseguenze meno disastrose di Casamicciola.

L'espressione "Qua pare Casamicciola"

Casamicciola è purtroppo tristemente nota per tragedie di questo tipo, tanto che "qua pare Casamicciola" è diventato sinonimo di "rovina, disordine, gran confusione", come riporta il dizionario Treccani. L'espressione nacque dopo il disastroso terremoto del 1883, che causò oltre 2.300 morti di cui 1.784 nella sola Casamicciola. Tanto che perfino in una commedia di Eduardo De Filippo, "Natale in Casa Cupiello" data 1931, viene usata quest'espressione. Quando infatti Luca Cupiello (interpretato proprio da Eduardo) entra in una stanza dopo che hanno appena finito di litigare la moglie Concetta e la figlia Ninuccia, nel commentare il caos che vede, esclama: "Ccà pare Casamicciola", qua sembra Casamicciola.

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