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Campania prima in Europa per rischio povertà insieme a Guyana Francese e Calabria

I dati Eurostat confermano che la regione dell’Italia meridionale è tra quelle coi maggiori tassi di povertà ed esclusione sociale in Europa.
A cura di Cir. Pel.
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La mensa del Carmine a Napoli, immagine di archivio
La mensa del Carmine a Napoli, immagine di archivio

I numeri di Eurostat, l'Ufficio statistico dell'Unione europea, da tempo ormai trovano un filo che unisce la Campania alla Guyana francese, dipartimento francese d'oltremare, collocato sulla costa atlantica dell'America meridionale, tra il Suriname e il Brasile. La Guyana, nota per il suo capoluogo, Caienna, che fu sede di un celebre carcere, è d'interesse anche perché, secondo gli indici statistici europei (all'interno della quale viene inclusa, essendo "parte" della Francia) non se la passa affatto bene sul fronte lavoro e povertà.

Già, ma che c'entra la Campania, regione meridionale d'Italia? Campania e Guyana Francese sono spesso accomunate in classifiche preoccupanti: oggi, ad esempio, Eurostat certifica che le due, insieme alla Calabria, si fanno compagnia tra le regioni con i più alti tassi di rischio di povertà o esclusione sociale in Europa.

Il dato Eurostat riguarda il 2024: dopo la Guyana francese (59,5%), la Calabria registra un tasso di vulnerabilità del 48,8%, seguita dalla città autonoma spagnola di Melilla (44,5%) e dalla Campania (43,5%). Il Mezzogiorno si conferma così tra le zone più fragili d'Europa: Calabria e Campania superano di oltre il doppio la media Ue del 21%; anche Sicilia (40,9%) e Puglia (37,7%) risultano ben oltre la soglia critica del 33%. Qualche mese fa analoga storia sul fronte occupazione: Campania ultima con Calabria, Sicilia e – ovviamente – Guyana.

Povertà ed esclusione sociale: come si calcola

 Ma che significa essere tra le regioni coi maggiori tassi di povertà ed esclusione sociale in Europa? L'indicatore si chiama Arope e misura la quota della popolazione che si trova in almeno una delle seguenti tre condizioni: «rischio di povertà» (reddito disponibile inferiore al 60% del reddito mediano nazionale); «severa deprivazione» (senza beni e servizi ordinari, la definizione recente richiede che manchino almeno 7 voci su 13 di deprivazione materiale e sociale); «ad intensità lavorativa bassa» (famiglia in cui gli adulti) hanno lavorato meno del 20% del loro potenziale nel corso dell’anno precedente).

La Campania col 43,5% si posiziona molto al di sopra: significa che quasi 4 persone su 10 nella regione sono a rischio povertà o esclusione sociale. E questo dato non è solo economico ma fornisce un quadro che parla di esclusione sociale, vulnerabilità, rischi più alti di marginalità, fragilità strutturale.

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