Brunetti (Vis Factor): In Campania vincerà chi saprà veicolare proposte credibili anche sui social

Tiberio Brunetti, fondatore – insieme a Valentina Fontana – di Vis Factor – spiega a Fanpage cosa possiamo desumere dall'analisi di interazioni e sentiment sui social dei principali "papabili" alla candidatura a presidente della Regione Campania nel centrodestra e nel centrosinistra.
Brunetti, la vostra analisi sulle Regionali in Campania dice: «Fico è primo per interazioni, Cirielli per sentiment». In termini pratici, nella corsa a Palazzo Santa Lucia, quale dei due indicatori ha più peso nel prevedere il consenso elettorale reale?
Parlare di consenso elettorale è prematuro, si voterà tra almeno tre mesi e, al di fuori degli addetti ai lavori e di chi segue le dinamiche politiche, i campani non sono molto concentrati su chi sarà il prossimo presidente della regione. Diciamo che in questo momento abbiamo una fotografia sul mood attorno ai potenziali candidati su cui costruire poi i posizionamenti e la comunicazione strategica. Ciò premesso, bisogna guardare entrambi gli indicatori, sentiment e interazioni, nel complesso.
Non è decisivo avere un sentiment alto con poche interazioni, così come è controproducente avere molte interazioni con critiche prevalenti. Occorre identificare una strategia coerente e declinarla in maniera credibile, utilizzando gli strumenti social in maniera attenta e intelligente.
Dal monitoraggio emerge che tutti i temi più discussi online – dalla sanità al lavoro, questioni cruciali per la Campania – sono contrassegnati da sentiment negativo. Questo significa che i candidati che intercettano meglio il malcontento possono avere un vantaggio comunicativo? Oppure è più efficace chi riesce a "spostare" il discorso su terreni positivi?
Bisogna sintonizzarsi su come i campani percepiscono le questioni fondamentali e imporre una visione. In questo senso il “mai più ultimi” con cui De Luca sovvertì i pronostici nella campagna elettorale del 2015 può essere un buon esempio. In un claim di tre parole si mirava ad agganciare il senso di frustrazione dei cittadini dando una prospettiva migliorativa.
Il centrosinistra dovrà trovare una chiave di lettura convincente che da un lato non sconfessi 10 anni di governo della Regione di De Luca e dall'altro spieghi come intende proseguire. Il centrodestra invece può spingere sulla leva del cambiamento. Di sicuro servirà avere proposte credibili innanzitutto su sanità, economica, lavoro e trasporti.
Avete rilevato una discussione ampia sulla candidatura di Fico ma con contenuti più tematici rispetto a Cirielli, che sembra avere meno interazioni ma sentiment più favorevole: può essere un effetto della sua esposizione istituzionale più bassa o di un target social diverso? In altre parole, chi parla meglio lo fa, come dire, con «meno rumore»?
Partiamo da un dato: Fico ha una fanbase 10 volte più ampia su Facebook e 20 volte su Instagram rispetto a Cirielli, che comunque è il candidato potenziale del centrodestra meglio posizionato sui social. Questo vuol dire al momento quello che pubblica l’ex Presidente della Camera raggiunge molte più utenti social e, fisiologicamente, attira anche critiche maggiori rispetto a chi invece ha platee meno ampie.
Chi oggi ambisce a cariche elettive importanti ma non è sui social o li presidia in maniera distratta non avrà grandi chance. Perché se è vero che non si vince una campagna elettore solo con i social, è vero anche che senza usare bene i social è molto difficile vincere.