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“Vivo per strada e sono malato, vendo i libri buttati per comprare da mangiare”: il racconto di Nando

Nando Seminara è arrivato a Milano dalla Sicilia 20 anni fa. Con la crisi economica ha perso il lavoro e oggi si ritrova malato e senza una casa, ma i libri gli hanno permesso di rimanere a galla.
A cura di Chiara Daffini
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Nando e la sua bancarella di libri alla fermata Domodossola della metropolitana
Nando e la sua bancarella di libri alla fermata Domodossola della metropolitana

Alla stazione Domodossola, sulla linea lilla della metropolitana milanese, lo conoscono tutti. Da più di cinque anni Nando è lì ogni giorno con il suo banchetto di libri a 2 euro. "Questo tienimelo via per mio figlio, vengo a prenderlo dopo il lavoro", gli raccomanda un controllore di Atm prima di attaccare il turno.

"Lui è di Palermo e io di Catania – spiega a Fanapge.it Nando, riferendosi al controllore -, ci sfottiamo sempre, perché palermitani e catanesi sono come palestinesi e israeliani". Ma tutti, vigilantes compreso, vogliono bene a questo signore, che si aggira nella Milano ottobrina in calze e ciabatte.

"Volevo rifarmi una vita"

"Sono arrivato a Milano circa vent'anni fa – racconta Nando -, mi ero appena separato da mia moglie e cercavo una vita nuova. Per un po' ho lavorato in un'azienda come elettricista".

Ma poi la crisi economica: "Nel 2008 l'impresa ha dovuto lasciarmi a casa – ricorda l'uomo – e da lì non sono più riuscito a trovare un lavoro stabile che mi permettesse di pagare l'affitto, quindi dopo un po' sono stato sfrattato e ho dovuto arrangiarmi con sistemazioni di fortuna".

"Mi vergogno ad andare dal dottore"

"All'ultimo lavoro che avevo trovato con l'agenzia interinale – dice Nando a Fanpage.it – mi hanno sottoposto a visita medica prima di iniziare ed è emerso che non ero idoneo per la cattiva salute dei miei polmoni, a cui si sono poi aggiunti i problemi al cuore. Così ora per lavorare dovrei rientrare nelle categorie protette".

Passaggio che richiede però la certificazione medica e non il solo accesso al pronto soccorso a cui è finora ricorso Nando: "Ma mi vergogno – confessa – ad andare dal dottore senza essermi fatto la doccia e sistemato".

La salvezza nei libri

Per ora l'uomo sopravvive grazie all'aiuto dei volontari della vicina parrocchia di Sant'Ildefonso e anche grazie ai libri: "Quelli non li ho mai abbandonati e anzi negli anni ne ho accumulati altri, mi hanno sempre fatto stare bene".

Proprio attraverso i libri Nando ha instaurato un legame affettivo con i residenti e i passanti del quartiere, visto che la sua bancarella, proprio davanti alla fermata della metropolitana è frequntatissima.

"Ho iniziato a vendere i miei libri usati a 2 euro e ora molti me li regalano, ma li metto sempre a quel prezzo, perché la mia idea è fare da tramite. Tanti li comprano, li leggono e me li riportano: mi aiutano tantissimo".

In attesa di una casa

Nando resta però ancora in attesa di una casa. "Con l'assistente sociale ho fatto richiesta per il Sat (sistemazione abitativa temporanea, ndr) – spiega a Fanpage.it -, ma è passato ormai un anno e mezzo e l'alloggio non è arrivato. Continuo a sperare, perché nonostante tutte le difficoltà io credo in Milano e non la cambierei con nessuna, spero che, anche se un po' in ritardo, arrivi quella seconda possibilità che ero venuto a cercare vent'anni fa".

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