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Violenze al carcere minorile Beccaria di Milano

Violenze al carcere Beccaria, un agente picchiò un detenuto che aveva tentato il suicidio: “Ti mangio il cuore”

Tra gli episodi contestati agli agenti della polizia penitenziaria accusati di aver picchiato e torturato i detenuti del carcere Beccaria a Milano, c’è un episodio avvenuto nel 2021 quando un agente salvò un ragazzo da un tentativo di suicidio e poi lo picchiò.
A cura di Ilaria Quattrone
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Alcune immagini dei pestaggi avvenuti al carcere Beccaria
Alcune immagini dei pestaggi avvenuti al carcere Beccaria
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Sono aumentati i numeri degli indagati nell'ambito dell'inchiesta condotta sul carcere minorile Cesare Beccaria a Milano. E, sempre negli stessi giorni, è stata presentata richiesta di incidente probatorio. All'interno del documento, come ha potuto apprendere Fanpage.it, sono elencati gli episodi di violenza subiti dai ragazzi trattenuti all'interno dell'istituto penitenziario minorile.

Tra tutti, ce ne è soprattutto uno che lascia stupiti e dimostra un clima in cui vi è stata assenza di empatia. Si tratta di quanto accaduto il 24 aprile 2021 quando un agente della polizia penitenziaria, adesso indagato, avrebbe aggredito un detenuto che si trovava nel bagno di una cella. Lo avrebbe picchiato appena dopo che il ragazzino aveva tentato di impiccarsi alla finestra. Nel particolare, il compagno di cella del giovane verso le 2 di notte avrebbe allertato il poliziotto di quanto stava accadendo.

Quest'ultimo sarebbe quindi intervenuto, lo avrebbe soccorso slegando il cappio e poi lo avrebbe trascinato a terra. Avrebbe iniziato a colpirlo con schiaffi al volto e calci alla pancia. Poi lo avrebbe portato in una cella di isolamento dove avrebbe iniziato a minacciarlo. Gli avrebbe persino detto: "Compare io ti mangio il cuore". A causa delle botte, gli avrebbe causato un livido all'orecchio sinistro e una lieve "algia al dorso". Lesioni che sono state giudicate guaribili in un giorno di prognosi.

Negli anni sono accaduti altri due episodi simili. Tra marzo e aprile 2023, un altro ragazzo aveva tentato il suicidio nella cella dell'infermeria. Alcuni agenti lo avrebbero aggredito fisicamente dopo che in due lo avrebbero visto posizionarsi una corda, formata da lenzuola, al collo: "Se entriamo, ti facciamo a pezzi", gli avrebbero detto. Subito dopo il detenuto avrebbe tentato di impiccarsi e avrebbe perso conoscenza. Al suo risveglio, sarebbe stato preso a schiaffi, sbattuto contro un muro e colpito con una ginocchiata sul fianco. 

Anche quando il giovane avrebbe detto di voler morire, loro avrebbero continuato a picchiarlo. Quando avrebbe provato a scappare, lo avrebbe ammanettato e legato con una mano al letto. Lo avrebbero poi lasciato così. Il 27 aprile 2023, lo stesso detenuto si sarebbe tagliato dopo che gli era stato negato un pezzo di cioccolato. E, in questo caso, due agenti lo avrebbero portato in una stanza nel seminterrato. Insieme ad altri tre, lo avrebbero aggredito e colpito con calci su corpo e viso. Poi lo avrebbero lasciato in isolamento. E ancora, poiché aveva scollegato i fili di una presa, sarebbero scesi nuovamente nel seminterrato e lo avrebbero fatto spogliare completamente. Gli avrebbero chiesto di indossare almeno le mutande: avrebbero contato fino a cinque per fargliele indossare e al numero cinque lo avrebbero schiaffeggiato.

Sempre lo stesso, in un'altra occasione, avrebbe avuto una crisi asmatica. E, mentre un infermiere provava a somministrargli il ventolin, un agente lo avrebbe colpito a mano aperta con due schiaffi in faccia: gli avrebbe fatto sbattere la testa contro il muro. All'episodio erano presenti due agenti e uno di loro avrebbe riso.

L'inchiesta, condotta dalle pubblico ministero Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena che sono entrambe coordinate dalla procuratrice aggiunta Maria Letizia Mannella, ha messo in luce una serie di torture che sarebbero state portate avanti tra il 2022 e il 2024. Oltre agli agenti della penitenziaria, sono finite nelle indagini anche le ex direttrici Cosima Boccoliero e Maria Vittoria Menenti. In totale sono 42 gli indagati che, a vario titolo, sono accusati di tortura, maltrattamenti aggravati, lesioni e falso. Tre operatori sanitari sono indagati poi per aver redatto "referti falsi o concordati con gli agenti di polizia penitenziaria" in modo da nascondere le lesioni riportate dai detenuti. Inoltre avrebbero evitato di segnalare o intervenire quando le violenze avvenivano e non "impedivano il verificarsi di condotte reiterate violente e umilianti all'interno dell'istituto".

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