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Urbanistica Milano, la Cassazione conferma: “Nessuna corruzione anche da Andrea Bezziccheri”

Andrea Bezziccheri, al centro della maxi inchiesta Urbanistica portata avanti dalla Procura di Milano, era stato l’unico tra gli indagati a finire in carcere.
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La Corte di Cassazione ha depositato oggi, sabato 20 dicembre, le motivazioni della sentenza, tenutasi a novembre scorso, con cui si confermava la revoca della custodia cautelare in carcere per l'imprenditore e costruttore Andrea Bezziccheri – difeso dall'avvocato Andrea Soliani – unico tra gli indagati a finire in carcere, al centro della maxi inchiesta Urbanistica portata avanti dalla Procura di Milano, affermando di fatto che non si riscontra "nessuna corruzione". 

Secondo quanto si apprende, la Suprema Corte avrebbe scritto che il Tribunale del Riesame "ha ritenuto dimostrata, nei limiti della cognizione cautelare, un'obiettiva situazione di cointeressenza tra l'architetto Scandurra, componente della Commissione Paesaggio, e gli imprenditori committenti delle opere edilizie (Bezziccheri e Catella), ma questo unico elemento indiziario non è idoneo a dimostrare tutti gli elementi costitutivi della fattispecie di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio".

Le motivazioni della Cassazione respingono di fatto il ricorso dei pm di Milano nelle indagini sull'urbanistica, e confermano ufficialmente la revoca della custodia in carcere per Bezziccheri, decisa ad agosto dal Riesame dopo la bocciatura della ricostruzione del gip. Inoltre, queste motivazioni, ricalcano quelle dei giorni scorsi sulla revoca degli arresti domiciliari per lo sviluppatore immobiliare Manfredi Catella e per l'ex componente della Commissione paesaggio Alessandro Scandurra.

In sostanza, per la Suprema Corte i giudici del Riesame hanno motivato correttamente i provvedimenti scrivendo che mancano indizi sulla "conclusione di un patto illecito", sulla "corresponsione della remunerazione indebita da parte del corruttore" e sul "compimento dell'atto contrario al doveri di ufficio da parte del pubblico ufficiale", elementi necessari per contestare la corruzione. La Cassazione, poi, accogliendo i ricorsi delle difese, sempre a novembre ha annullato pure le misure interdittive che erano rimaste in piedi per l'ormai ex assessore alla Rigenerazione urbana del Comune, Giancarlo Tancredi, per l'ex presidente della Commissione Giuseppe Marinoni e per il manager Federico Pella.

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