Uccide la moglie davanti alla figlia di 10 anni a Settala: “Non rispettava il divieto di avvicinamento alla bambina”

Pendeva un divieto di avvicinamento nei confronti della figlia sull'uomo che nella sera tra il 3 e il 4 maggio ha accoltellato a morte la moglie sotto gli occhi della bambina di 10 anni a Settala, nella periferia di Milano. Il provvedimento giudiziario era scattato dopo la denuncia per maltrattamenti fatta dalla donna, ma il 50enne lo avrebbe più volte violato, continuando a vedere la figlia.
Questo almeno è quanto emerso durante l'udienza per la collocazione provvisoria della bambina che si è svolta oggi, lunedì 12 maggio, presso il tribunale per i Minorenni di Milano. La piccola, ora affidata agli zii materni, avrebbe infatti raccontato che il padre era solito fermarsi nella casa di famiglia nonostante il divieto del tribunale e l'affidamento della bambina ai servizi sociali.
Questi ultimi, dal canto loro, hanno dichiarato di aver "scoperto che il padre non rispettava il provvedimento di allontanamento" solo successivamente. I dipendenti comunali hanno spiegato che i colloqui protetti tra papà e figlia sono andati avanti "regolarmente" fino al luglio dell'anno scorso. Nonostante avessero avuto "il sentore che la signora volesse riconciliarsi" con il marito, gli operatori hanno dichiarato di non aver "mai saputo del rientro a casa" dell'uomo.
Nel frattempo il 50enne rimane all'interno del carcere di San Vittore in attesa dell'eventuale rinvio a giudizio. L'uomo è stato arrestato dai carabinieri la sera stessa dell'omicidio, dopo che la figlia di 10 anni ha chiamato i soccorsi chiedendo aiuto per la mamma 43enne, morta per mano del marito che l'ha colpita con 15 coltellate. L'uomo avrebbe anche tentato di fermare la bambina, togliendole il telefono dalle mani e insultando l'operatore del 118 dall'altro capo della cornetta.
La donna in passato aveva chiesto aiuto segnalando il marito violento: la prima denuncia risale a settembre del 2022, seguita pochi mesi dopo, a novembre, da un secondo esposto: "Penso che mi ammazzerà", aveva confessato la 43enne ai carabinieri. Le violenze del 50enne sono state confermate anche dalle testimonianze dei vicini di casa: "Sentivamo le grida, era aggressivo, c'era la bambina che piangeva. Succedeva sempre nei giorni di festa, la bimba chiedeva aiuto".