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Uccide a coltellate la moglie a Settala, l’accusa è di omicidio aggravato: “Ha ucciso senza esitare davanti alla bimba”

Il pm di Milano Antonio Pansa ha chiesto la convalida dell’arresto e la custodia cautelare in carcere per il 50enne che nella serata dello scorso 3 maggio, a Settala (Milano), ha ucciso a coltellate la moglie. La Procura ha evidenziando che l’uomo è “incline alla violenza” avendo commesso un delitto “particolarmente efferato” alla presenza della bimba di dieci anni in casa.
A cura di Giulia Ghirardi
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Immagine di repertorio
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Il pm di Milano Antonio Pansa ha chiesto al gip Emanuele Mancini la convalida dell'arresto e la custodia cautelare in carcere per il 50enne che nella serata dello scorso 3 maggio, a Settala, nell'hinterland di Milano, ha ucciso a coltellate la moglie. La Procura ha contestato come esigenza cautelare il pericolo di reiterazione del reato, evidenziando che l'uomo è una persona "incline alla violenza", che faceva vivere la moglie in uno stato di sottomissione e che ha commesso un delitto "particolarmente efferato" alla presenza della bimba di dieci anni in casa che ha lanciato l'allarme chiamando il 112.

Dal racconto di alcuni vicini di casa emerge il profilo di un contesto violento, fatto di minacce, vessazioni e botte di ogni genere. "Sentivamo le grida, era aggressivo, c'era la bambina che piangeva e chiedeva aiuto", ha raccontato la dirimpettaia della famiglia. "Gridava, rompeva le porte, imbrattava i muri di sangue. Bussava notti intere alla parete, lanciava le sedie dal balcone e metteva le mani addosso", ha spiegato un'altra vicina di casa. Violenze che avevano portato la donna ha denunciare il marito nel novembre del 2022 dopo essere stata presa a pugni e minacciata di morte per motivi di gelosia. La Procura aveva aperto un fascicolo per maltrattamenti che erano quasi pronti a notificare l'atto di conclusione delle indagini, ma senza misure cautelari perché – secondo la Procura – non ci sarebbero state per chiederle. La Procura aveva anche segnalato il caso di maltrattamenti al Tribunale per i minorenni, data la presenza della bambina. Per due volte, stando a quanto riferito, era stato proposto alla donna di entrare in una casa protetta, ma lei aveva rifiutato e solo per un periodo era andata a vivere col fratello.

Quando lo scorso 3 maggio i carabinieri della compagnia di San Donato, coordinati dal maggiore Paolo Zupi, sono arrivati nei pressi dell'appartamento hanno trovato la bambina insieme al papà in visibile stato di alterazione. In casa, il corpo senza vita della donna sul pavimento, in pigiama, colpita mentre stava andando a dormire. Sul cadavere almeno una dozzina di ferite inferte con un coltello da cucina: "Plurime coltellate all'emitorace destro e agli arti superiori". Stando alle prime ipotesi, sembra che l'uomo abbia vegliato il corpo della donna per ore, fino al momento in cui la bambina ha dato l'allarme. Mentre veniva arrestato l'uomo, difeso dall'avvocato d'ufficio Giorgio Ballabio, avrebbe farfugliato soltanto poche parole: "L'ho uccisa, l'ho ammazzata".

Nel frattempo, è stata disposta l'autopsia sul corpo della donna e la bambina, ora affidata allo zio, sarà ascoltata dagli inquirenti in un'audizione protetta nei prossimi giorni. Si terrà, invece, nel primo pomeriggio di oggi, lunedì 5 maggio, l'interrogatorio per la convalida del fermo dell'uomo.

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