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Trovato mummificato in casa, il fratello è indagato per occultamento di cadavere: “Incapace di affrontare la perdita”

La Procura di Lecco ha indagato per occultamento di cadavere il fratello di Angelo Spreafico, il 63enne il cui corpo è stato trovato senza vita nella casa che i due fratelli condividevano a Galbiate (Lecco). Secondo i primi rilievi, Spreafico sarebbe morto più di 3 anni fa e il fratello avrebbe omesso di denunciarne il decesso. Secondo le sue avvocate, la vicenda è legata a un problema di solitudine.
A cura di Alice De Luca
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Il fratello di Angelo Spreafico, il 62enne trovato mummificato nella sua casa di Galbiate (in provincia di Lecco), è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Lecco con l'ipotesi di reato di occultamento di cadavere. Il corpo senza vita di Spreafico è stato trovato solo negli scorsi giorni, ma secondo i primi rilevi fatti sul cadavere la morte dell'uomo, da ricondurre a cause naturali, risalirebbe a più di tre anni fa, quando aveva 59 anni. Per tutto questo tempo il fratello avrebbe quindi vissuto con il corpo di Spreafico in casa senza denunciarne il decesso. L'abitazione è, in realtà, una palazzina bifamiliare con due ingressi distinti: Spreafico abitava al piano superiore e il fratello nel livello sotto.

Ieri i medici legali, su disposizione della Procura, hanno svolto sul cadavere di Spreafico un'autopsia di cui si attendono gli esiti. Dai primi rilievi non erano emersi comunque segni evidenti di violenza. Per il momento la storia dei due fratelli sembra poter dipendere da una situazione di fragilità sociale, come suggerito dalle due avvocate del fratello, Alessandra Carsana e Ester Invernizzi: "Tutti gli elementi ad oggi a noi noti – hanno fatto sapere le legali – escludono scenari che ascrivano al nostro assistito condotte diverse dalla incapacità di affrontare la scomparsa del fratello dovendosi imputare, allo stato, la vicenda esclusivamente alla piaga della solitudine".

"In molti in paese lo hanno capito – hanno continuato le avvocate – esprimendo solidarietà al nostro assistito. Anche il Comune di Galbiate si è attivato con impegno e umanità per dare un concreto sostegno a questo concittadino che si è venuto a trovare in una situazione di totale fragilità".

Angelo Spreafico aveva cominciato a isolarsi sempre di più dopo che aveva perso il suo lavoro da operaio durante la pandemia da CoVid-19. L'uomo aveva cominciato così a chiudersi nel suo appartamento di via Sant'Alessandro, a Galbiate. Inizialmente i vicini di casa, consapevoli delle sue difficoltà, non avevano trovato eccessivamente preoccupante il suo isolamento, ma con il passare del tempo la sua assenza ha cominciato a risultare sempre più sospetta. Sarebbe stato proprio uno di loro a segnalare l'anomalia alle forze dell'ordine che, intervenute, hanno trovato il corpo di Spreafico in avanzato stato di decomposizione sul suo letto. Sul caso indagano i carabinieri di Merate.

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