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Stupro alla stazione di San Zenone, l’aggressore ha 25 anni: aveva già precedenti per lesioni e maltrattamenti

L’uomo che il 30 agosto ha violentato una 18enne nei pressi della stazione di San Zenone al Lambro (Milano) è originario del Mali. Ospite nel centro di accoglienza del paese, godeva dello status di protezione sussidiaria e lavorava come aiuto cuoco.
A cura di Francesca Del Boca
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Si chiama Harouna Sangare ed è un 25enne originario del Mali l'autore della violenza sessuale commessa nella notte del 30 agosto nei pressi della stazione di San Zenone al Lambro (Milano) ai danni di una ragazza di 18 anni che stava andando a prendere il treno per tornare a casa.

Il giovane è stato fermato nella notte tra martedì 9 e mercoledì 10 settembre dopo che i carabinieri del Ris di Parma hanno trovato un match con le tracce biologiche lasciate dall'aggressore sui vestiti della 18enne e uno dei campioni recentemente prelevati ai frequentatori dell'ex Hotel Ambra di San Zenone, un centro d'accoglienza a poche centinaia di metri dalla ferrovia che ospita più di duecento richiedenti asilo, senzatetto o ex detenuti, cittadini in situazioni di estrema fragilità sociale.

L’ex Hotel Ambra (ora centro d’accoglienza) in via Maestri del Lavoro a San Zenone al Lambro (Milano)
L’ex Hotel Ambra (ora centro d’accoglienza) in via Maestri del Lavoro a San Zenone al Lambro (Milano)

Proprio qui, pochi giorni fa, i militari si erano presentati per eseguire tamponi salivari a tappeto senza, però, trovare il responsabile: l'uomo, che lavorava nella struttura come aiuto cuoco, il giorno dopo la brutale aggressione si era infatti trasferito in un’altra comunità di Milano. È stato il direttore della onlus Fratelli di San Francesco, grazie all'identikit tracciato dalla vittima ("carnagione scura e capelli ricci") e a un fermo immagine delle telecamere di sorveglianza della zona, a indicare ai carabinieri il suo profilo e a mettere gli investigatori sulle sue tracce.

Le accuse nei confronti del rifugiato, che al momento si è avvalso della facoltà di non rispondere, sono di violenza sessuale aggravata dalla minorata difesa e di lesioni. Il 25enne, secondo quanto dichiarato dalla pm di Lodi Martina Parisi, si trovava in Italia da poco più di un anno grazie a uno stato di protezione sussidiaria concesso dalla commissione territoriale lo scorso luglio: ha moglie e figli, e a suo carico risultano nelle banche dati delle forze dell'ordine precedenti per lesioni e maltrattamenti.

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