Uccide la madre in casa a Milano, il racconto dei vicini: “Gridava minacce di morte”

"Ogni tanto li sentivo: litigavano. Sentivo urlare". È questa la testimonianza di uno dei vicini di casa di Pietro Federico Crotti, a processo con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato nei confronti della madre 75enne Piera Stefanina Riva, strangolata con una cintura nella loro abitazione di via Wildt a Milano la notte del 13 gennaio 2024.
E non è l'unica. Perché in occasione della terza udienza del processo che si è tenuta oggi, lunedì 29 settembre, è stata sentita anche un'altra testimonianza. Questa volta a parlare è una vicina di casa che ha raccontato ai giudici della Corte d'Assise di Milano di un episodio risalente ad alcuni mesi prima del delitto, in cui Crotti "gesticolava" alla finestra e diceva: "Adesso vi ammazzo, ammazzo anche te". La donna ha anche riferito di averlo visto urlare "contro il vuoto del condominio. Sono certa che non ci fosse nessuno – ha spiegato la vicina di casa – ho potuto vederlo dal mio balcone. Con la mano indicava diversi punti, rivolgendosi al nulla. Quando ha notato la mia presenza alla finestra, ha iniziato a urlare ‘ammazzo anche te. Ho pensato è pazzo. Il giorno dopo ho riferito l'episodio al custode".
La notte dell'omicidio
A lanciare l'allarme della morte di Piera Stefanina Riva è stato il figlio Federico Crotti. All'arrivo delle forze dell'ordine Crotti ha raccontato di aver trovato la madre a terra, deceduta per "aver picchiato la testa cadendo". Dall'autopsia, però, è poi emerso che l'anziana, in realtà, sarebbe deceduta a causa di percosse e soffocamento.
Inoltre, gli agenti della Squadra Mobile che hanno seguito il caso hanno rinvenuto fotografie e video che il 47enne avrebbe realizzato per mostrare il corpo della madre deceduta e, contestualmente, hanno scoperto un prelievo di 30mila euro fatto da Crotti dal conto dell'anziana.
Il processo e l'accusa di omicidio
L'11 marzo Crotti è stato arrestato e portato in carcere con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato. Poi, il 27 maggio la pm Giancarla Serafini ha chiesto e ottenuto per lui il giudizio immediato.
Durante la prima udienza che si è tenuta lo scorso 2 luglio la difesa ha chiesto alla Corte d'Assise di Milano che venisse disposta una perizia per Crotti con l'obiettivo di verificare se l'uomo "versasse in stato di intossicazione" al momento dei fatti. A supporto di tale richiesta, il legale ha parlato della storia clinica del suo assistito "fatta di tossicodipendenza e abuso di alcol e di numerose diagnosi tra il 2020 e il 2024 sulla sua dipendenza da alcol e cocaina". Richiesta "non necessaria" per la pm secondo cui le indagini avrebbero già dimostrato che la mancata assunzione di sostanze e di evidenze di patologie psichiatriche.
Sulla questione si esprimerà la giudice Antonella Bertoja nella prossima udienza fissata per il 10 dicembre. Nel frattempo, oggi in aula è stata chiesta l'acquisizione dei documenti sanitari dell'uomo presso il carcere San Vittore dove è detenuto.