Stipendi da fame e costretti a vivere con i figli minorenni nei laboratori dove lavoravano: sequestrate 4 fabbriche

Nella giornata di oggi, sabato 31 maggio, è stata data notizia che i finanzieri del Comando provinciale di Brescia, nell'ambito di una operazione di contrasto del lavoro sommerso e dello sfruttamento della manodopera, hanno perquisito nove attività economiche che operano nel settore del confezionamento in serie di abbigliamento e sono dislocate su tutta la provincia di Brescia.
Grazie anche all'aiuto del personale dell'Agenzia di tutela della salute di Brescia, è stato possibile identificare 71 lavoratori stranieri. Di questi, 35 erano in condizioni di sfruttamento in ben quattro opifici che poi sono stati sequestrati. Dai controlli, è stato possibile accertare che i lavoratori percepivano uno stipendio da fame (al di sotto della soglia di povertà) e lavoravano e vivevano in condizioni degradanti e fatiscenti. In un capannone, addirittura, vivevano anche intere famiglie con figli minorenni che almeno andavano a scuola.
Come è possibile notare dalle immagini che sono state diffuse dalla guardia di finanza, le condizioni in cui erano costretti a vivere, erano terribili: bagni sporchi e fatiscenti, materassi in stanze piccolissime e il tutto a pochi metri di distanza dal luogo in cui lavoravano. Cinque persone sono state deferite alla Procura di Brescia. Complessivamente, 17 lavoratori era in nero, quattro erano irregolari.