Scontri al corteo per Gaza a Milano, una manifestante: “Manganellata dalle forze dell’ordine”

Savina Perchinelli, 52 anni, era tra i manifestanti che nella serata di ieri, 16 settembre, si è trovata in mezzo agli scontri con le forze dell'ordine durante il corteo in solidarietà alla Palestina organizzato a Milano. Insieme a Belal Hassan, 28 anni, anche lui presente alla manifestazione, racconta a Fanpage.it il punto di vista di chi è sceso in strada per chiedere la pace: "Ci siamo sentiti attaccati", dice Savina a nome dei manifestanti.
"Ci siamo ritrovati in piazza della Scala – racconta Perchinelli -, sotto a palazzo Marino, e qui si sono susseguiti gli interventi delle varie realtà che avevano aderito alla manifestazione. Poi è arrivato l'ok per proseguire in corteo, visto che inizialmente era previsto solo il presidio".
"Ci tenevamo a far sentire l'urlo per la pace a tutta Milano", aggiunge Hassan, spiegando il perché i manifestanti avevano chiesto di sfilare per le vie del centro. Belal, originario dell'Egitto, vive a Milano da 9 anni e fa il magazziniere: "Ogni giorno, dopo il lavoro, vado in piazza Duomo al presidio permanente per la Palestina, credo che non si possa restare a guardare, soprattutto noi che viviamo in un luogo sicuro".
"Organizzo e partecipo a questo tipo di manifestazioni da tre anni – ci tiene a precisare Savina – e so riconoscere quando si infiltrano gruppi che cercano di proposito la violenza, non era questo il caso". Le tensioni, secondo la ricostruzione dei manifestanti, iniziano quando il gruppo di tremila persone chiede di poter arrivare in piazzale Loreto: "Per noi – spiega Savina Perchinelli – quel luogo è il simbolo della lotta per la pace, ma sembrava non esserci verso. Così, quando alcuni manifestanti hanno iniziato ad alzare la voce gridando ‘Siamo tutti palestinesi', sono arrivate le cariche delle forze dell'ordine contro chi era in prima fila e premeva per andare avanti verso Loreto".

"Essendo anche io in prima fila – spiega Perchinelli – mi sono presa due manganellate, una sul collo e una alla gamba. Sono caduta, ho perso una scarpa e le cuffie auricolari, poi per fortuna uno degli organizzatori mi ha trascinata via, altrimenti sarei rimasta schiacciata dalla calca".
"Non capisco perché l'abbiano fatto – ripete Belal -, eravamo tranquilli, volevamo solo passare". "In confronto a quello che accade in Palestina – dice Savina – due manganellate non sono nulla, ma fa male sapere che eravamo lì per gridare alla pace e ci siamo sentiti attaccati".
Perchinelli è mamma di quattro bambini: "Sono mamma e sono cristiana – dice riferendosi alle parole della premier Giorgia Meloni – e proprio per questo non riesco a restare indifferente davanti a bambini e mamme trucidate e credo che non dovrebbero restare indifferenti il nostro Governo e le istituzioni. Continuerò a manifestare e a chi mi dice che sono un'incosciente rispondo che porterò anche i miei figli, perché è giusto continuare a invocare la pace ed è giusto farlo con manifestazioni pacifiche".