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Rinvenuto il primo Neanderthal della Lombardia: “Una scoperta che riscrive la preistoria italiana”

Alcuni membri del Gruppo Grotte Gavardo hanno scoperto a Prevalle, un comune in provincia di Brescia, il primo Neanderthal della Lombardia. “Questo ritrovamento annovera il sito del Monte Budellone tra i più importanti dell’intera area padana”, ha commentato sulla scoperta l’assessore Paolo Burlon, coordinatore delle attività per il Comune di Prevalle.
A cura di Giulia Ghirardi
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Immagine di repertorio
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È stata scoperto a Prevalle, un comune in provincia di Brescia, il primo Neanderthal della Lombardia. La scoperta risalirebbe a marzo 2023 quando alcuni membri del Gruppo Grotte Gavardo segnalarono la presenza di frammenti ossei alla base di una falesia, una scoperta che – di fatto – sta riscrivendo la storia della preistoria.

Il rinvenimento è avvenuto nel cuore delle Prealpi bresciane, sulle pendici del Monte Budellone, nell'ambito di un’indagine archeologica di immenso valore scientifico. Valore che è stato riconosciuto anche dalla Soprintendenza che – con il sostegno del Comune – ha promosso due interventi d'emergenza nel 2023 e nel 2024 in occasione dei quali sono stati recuperati centinaia di manufatti litici e resti faunistici. Tra questi, quello più eclatante è stato il rinvenimento di una falange attribuibile a un giovane Neanderthal, il primo in Lombardia.

"Resti umani del Paleolitico medio non sono mai stati documentati in Lombardia e sono estremamente rari anche su scala nazionale", ha commentato in merito alla scoperta l’assessore Paolo Burlon, coordinatore delle attività per il Comune di Prevalle. "Questo ritrovamento annovera il sito del Monte Budellone tra i più importanti dell’intera area padana".

L'ipotesi avanzata dagli esperti è che, sulla base dei reperti che sono stati rinvenuti, si possa dimostrare la presenza di diversi gruppi di cacciatori e raccoglitori neanderthaliani, attivi tra 100 e 50 mila anni fa, in pieno Pleistocene. Il dubbio che rimane da risolvere per gli archeologi è capire se il sito fosse originariamente una piccola grotta o un riparo sotto roccia, ipotesi suggerite dalle numerose concrezioni presenti nel deposito. Inoltre, per avere una datazione più precisa, la dottoressa Alessandra Cilli, paleogenista dell’Università di Bologna, sarà alla guida di un team che si occuperà nei prossimi mesi delle analisi genetiche del Dna di lupo e cervo rinvenute nel sito.

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