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Inchiesta sull’urbanistica a Milano

Quali sono le strategie che si stanno valutando per sbloccare lo stallo dell’urbanistica a Milano

Il comitato delle oltre quattromila famiglie che avevano acquistato casa nei cantieri (alcuni ancora solo progetti) finiti sotto il mirino della Procura di Milano commentano le strategie messe sul tavolo per uscire dallo stallo urbanistico che sta colpendo la città: “Chi ha sbagliato deve pagare – dice a Fanpage.it Filippo Borsellino, di Famiglie sospese -, se, come alcuni dicono, i costruttori ci hanno usato come scudo, hanno sbagliato i loro conti, perché noi siamo dalla parte della giustizia”.
A cura di Chiara Daffini
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Da oltre un anno Filippo Borsellino e gli altri membri del comitato Famiglie sospese dondolano su un'altalena di paura e speranza dalla quale, per ora, non possono scendere. "Non sono solo le nostre case, sequestrate o mai costruite, ma i risparmi di una vita e con essi il senso di sicurezza che prima avevamo e ora non c'è più. Finché non verrà fatta chiarezza e non ci saranno tracciate in maniera chiara le vie da seguire, la nostra vita rimane sospesa", ha spiegato a Fanpage.it.

C'è chi aveva anticipato somme importanti per un progetto rimasto bloccato sulla carta, chi aveva visto le fondamenta della casa dei sogni senza però arrivare mai al tetto, e ancora chi vive in una casa che secondo la Procura non doveva essere costruita con quelle modalità. Quattromila famiglie a cui in questi giorni vengono messe sul tavolo ipotetiche soluzioni, senza che però ci sia alcuna certezza.

Tre piani per sbloccare l'urbanistica milanese

"Le strategie che ci sono state prospettate per uscire da questo stato di impasse sono tre e si diversificano a seconda dello stato di avanzamento dei progetti finiti sotto inchiesta", spiega a Fanpage.it Filippo Borsellino, che parte dalla condizione più intricata, quella dei cantieri posti sotto sequestro: "In questo caso – osserva – dovrebbe essere revocata la Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività, ndr), con la quale erano, secondo la Procura, indebitamente partiti i lavori. Ci sarà poi il ricalcolo degli oneri urbanistici mancanti, con la  presentazione del piano attuativo non redatto in passato, il quale dovrà passare in giunta comunale e solo dopo l'esito favorevole di quest'ultima il costruttore potrà chiedere alla Procura il dissequestro del cantiere. Non è però automatico che la Procura lo conceda".

Discorso diverso per chi già vive in stabili finiti sotto la lente della Procura. "In quel caso – dice Borsellino – c’è bisogno di un intervento nazionale, ma non sarebbe comunque una soluzione immediata, perché anche una eventuale sanatoria potrebbe essere fatta solo a processo finito, quindi nel frattempo le persone si trovano le loro case svalutate e non possono ripagarsi un nuovo mutuo".

Infine i progetti bloccati: "Qui – precisa Borsellino – bisogna distinguere i progetti che presentavano irregolarità secondo la Procura, e per i quali queste irregolarità vanno sanate, e quelli che, pur avendo seguito tutta la procedura corretta, sono rimasti intrappolati in questo contesto di incertezza e paura, visto che difficilmente oggi un funzionario firma l'autorizzazione per il via ai lavori. In questo caso, a mio parere, è assolutamente necessaria una normativa chiara che consenta ai funzionari comunali di operare in modo sereno".

"Il succo del discorso – conclude Borsellino – è: se i costruttori hanno versato meno oneri di quanto dovevano chi si prende la responsabilità degli oneri mancanti? Ci sono funzionari comunali che hanno semplicemente applicato la procedura in vigore dal 2015 e per questo dovranno rispondere davanti alla Corte dei conti. Ma non sono loro a dover pagare, è chi ha introdotto queste scorciatoie. Noi stessi, membri del comitato Famiglie sospese, ci sentiamo doppiamente parte lesa: come acquirenti, senza dubbio, ma anche come cittadini, perché gli oneri di urbanizzazione mancanti sono un danno per tutta la comunità".

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