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Prof assunto per una supplenza viene licenziato: “Mi ha portato via la Polizia, ho rinunciato ad altri lavori”

Dopo averlo chiamato per una supplenza, la scuola pubblica della provincia di Mantova sostiene che altri candidati avessero più titoli di lui. Intanto, però, il professore ha rinunciato ad altri lavori.
A cura di Ilaria Quattrone
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Immagine di repertorio
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A inizio marzo Stefano Tiranti, 27 anni, ha iniziato a insegnare nella scuola media di Gazoldo degli Ippoliti a Mantova. È stato assunto come supplente, ma dopo alcuni giorni è stato licenziato perché – secondo la scuola – non aveva i requisiti necessari a ricoprire l'incarico.

La sua storia ha sollevato non poche polemiche. Intervistato da Fanpage.it, Tiranti ha raccontato quanto vissuto. "Un mio amico, docente e musicologo, mi ha contatto a febbraio dicendomi che a marzo avrebbe lasciato la scuola. Mi consiglia quindi di mandare una candidatura, una Mad (Messa a disposizione), sul sito perché c'erano diverse probabilità che potessero assumermi".

Il 27enne frequenta il Conservatorio di Mantova dove sta conseguendo il titolo di laurea. Decide allora di cogliere quel consiglio e di inviare il curriculum aggiornato al 2020. All'interno del quale è scritto proprio che sta frequentando il conservatorio: "Sul sito c'è un format dove bisogna inserire i titoli di studio attuali. L'unico titolo che ho è il diploma di maturità che ho inserito tranquillamente. Questo è l'unico requisito necessario per inviare una Mad".

In effetti, come spiegato a Fanpage.it, per la messa a disposizione basterebbe solo il diploma e la specifica che si sta conseguendo la laurea. La scuola è, ovviamente, libera di accogliere la domanda e assumere il candidato: "Il 23 febbraio, durante una lezione in Conservatorio, arriva una telefonata. Era l'istituto di Ceresara, scuola che si trova provincia di Mantova. Dalla segreteria mi spiegano che se entro la mattina del giorno successivo nessuno mi avrebbe chiamato, mi avrebbero convocato".

E così accade. Il giorno successivo, alle 10, la segreteria dell'Istituto richiama il 27enne: "La firma del contratto avviene il 27 febbraio alle 13.30. L'incarico inizia il 6 marzo. Trovo un bell'ambiente nelle classi. Martedì 14 marzo, all'ultima ora, entra in classe un addetto Ata con un telefono cordless. In linea c'è la segretaria che mi dice di avere una comunicazione importante per me e mi chiede di presentarmi in presidenza appena terminata la mia lezione".

Il docente, appena conclusa la sua attività, si catapulta negli uffici della dirigente: "La segretaria mi comunica di avere una brutta notizia per me. Mi chiedono di firmare un documento. Alla mia domanda di cosa si trattasse, mi spiegano che avrei dovuto firmare le dimissioni perché non avrei avuto i requisiti necessari. Al che rispondo dicendo che mi hanno assunto come Mad, che sono un laureando al Conservatorio. In quel momento mi siedo perché non voglio firmare quelle dimissioni che, a mio parere, sono illegittime".

La segretaria quindi avvisa la dirigente che ribadisce che il 27enne non ha la laurea di cinque anni in Conservatorio. Stefano ribadisce di aver scritto lungo il curriculum di essere un laureando. In risposta, gli viene ribadita la mancanza di requisiti e che in graduatoria ci sono 213 persone prima di lui. Le verifiche sui requisiti, spiegano inoltre, che vengono fatte dopo la messa in servizio del docente selezionato.

"La Mad non ha bisogno di laurea, la graduatoria sì. Nel momento in cui entri come docente inserito in graduatoria, la scuola ha sessanta giorni di tempo per effettuare il controllo. La Mad invece è un'assunzione diretta fatta direttamente dalla segreteria nel momento in cui la scuola non ha un docente in graduatoria. Nessuno ha risposto in graduatoria e hanno contattato l'unica mad che c'era. In ogni caso, ho deciso di non firmare nulla. Mi è stato risposto che avrebbero prodotto i documenti per il licenziamento. Io sono andato via senza nessuna carta in mano".

E per questo motivo, non avendo ricevuto nulla per posta certificata, il 27enne – dopo essersi confrontato con due sindacati e un legale – decide di presentarsi in classe. Il giorno successivo, all'arrivo in classe, trova un insegnante di sostegno che gli spiega che avrebbero dovuto fare lezione in co-presenza. Dopo venti minuti, qualcuno bussa alla porta.

"Una collega mi dice che sarei dovuto andare via perché non dovevo essere lì. Ribadisco che non ho ricevuto nessuna lettera e affermo che se la dirigente vuole che vada via, deve farmi firmare il licenziamento con un motivo valido. In quel caso sarei andato via tranquillamente. Dopo altri venti minuti, bussa alla porta qualcuno: sono le forze dell'ordine. Una seconda media di 25 persone, impegnate in una verifica, si trova le forze dell'ordine che mi portano via. Chiamo immediatamente il mio avvocato".

"Io ero molto tranquillo, non ero agitato. I ragazzi erano in silenzio. Esco da quella classe senza prendere i miei effetti personali. Dopo quindici minuti, durante i quali le forze dell'ordine ascoltano me e la preside, sono potuto rientrare per recuperare tutto. Non mi aspettavo le forze dell'ordine. In quel momento non ero un pericolo per gli studenti".

"Mi hanno scritto tante persone per esprimermi la loro solidarietà. Io chiedo il reintegro, anche perché qua siamo a tre mesi dalla fine dell'anno scolastico. Mi hanno licenziato e, in questo modo, a livello lavorativo sono scoperto. Per insegnare, ho rinunciato a concerti e altri eventi musicali".

Ed è per questo motivo che il ragazzo ha deciso di procedere per vie legali. Il suo avvocato, Jacopo Chizzolini, ha infatti spiegato che aveva tutte le credenziali per accedere a quel ruolo: "Il problema, a prescindere dalla Mad o meno, è dovuta alla fattispecie del caso. Non c'è stata alcuna comunicazione scritta rispetto a questa decadenza né un licenziamento scritto. La mattina del 15 marzo, mentre faceva lezione, il mio cliente è stato interrotto dalla polizia locale che ha fatto irruzione e l'ha cacciato. Questa modalità è fuori da ogni situazione di diritto".

"Ho immediatamente sollecitato e chiesto il reintegro inviando una pec al ministero dell'Istruzione e all'istituto di Ceresara. Nessuno ha però risposto. Probabilmente è stato assegnato il ruolo ad un altro docente, di conseguenza adesso proseguiremo giudizialmente con richieste sia civili che penali".

Contatta da Fanpage.it, la scuola dichiara di non volersi esporre ma ribadisce che altri candidato avevano più titoli del 27enne. Perché nessuno se n'è accorto prima?

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