“Persone trattate come bestie”: il carcere di Vigevano denunciato per gravi violazioni dei diritti fondamentali

"Siamo persone trattate come bestie in un regime d'isolamento mascherato". È questo il grido d'allarme lanciato da 50 detenuti della 5ª sezione della Casa di Reclusione di Vigevano che hanno segnalato una serie di presunti soprusi subiti all'interno dell'Istituto attraverso una lettera di reclamo. "Lettera che, però, è stata aperta e letta dalla Direzione nonostante fosse indirizzata a me e al Magistrato di Sorveglianza", ha spiegato a Fanpage.it Guendalina Chiesi, avvocato e vicepresidente dell'associazione Quei Bravi Ragazzi Family che hanno segnalato il fatto e che, questa mattina, presso la Procura di Pavia hanno sporto denuncia contro il carcere per denunciare "le gravi violazioni dei diritti fondamentali dei 50 detenuti". E non è finita qui. Perché "a seguito di tale lettera, tutti i firmatari sarebbero stati convocati a uno a uno dalla Comandante di Reparto, in quello che appare come un tentativo intimidatorio e ritorsivo, in violazione dei diritti di libertà d’espressione, riservatezza e tutela contro trattamenti vessatori", ha spiegato l'avvocato a Fanpage.it.
È proprio l’avvocato Chiesi, infatti, che dopo il colloquio con due suoi assistiti detenuti nel carcere di Vigevano, ha appreso della lettera e della presunta violazione commessa ieri, martedì 10 giugno, dalla Direzione del Carcere. "In più – ha riferito l'avvocato – "quando ho chiesto di avere tale lettera, mi è stato impedito di ottenerne copia anche se a me rivolta, con la scusa che non fosse ancora autorizzata la fotocopia. È un fatto gravissimo: hanno letto una comunicazione riservata tra avvocato e assistiti, violando il segreto professionale. Siamo di fronte a un attacco dei diritti fondamentali”.
Sempre nel corso del colloquio l'avvocato Chiesi viene informata anche del presunto tentativo di insabbiamento messo in atto dal Carcere. "I detenuti mi hanno raccontato di aver subito delle gravi pressioni da parte della Direzione", ha raccontato a Fanpage.it l'avvocato. "Mi hanno riferito di essere stati chiamati uno per uno, separatamente, dalla Comandante che ha cercato di indurli a non far uscire la missiva dall’Istituto. Questo è un grave abuso e violazione della privacy e, per questo, ho chiesto l’immediato intervento per l'incolumità dei detenuti e mi sono recata personalmente in procura per denunciare tutto quello che è riportato nella lettera".
E, infatti, come promesso, proprio questa mattina il legale ha presentato denuncia alla Procura di Pavia e un'Istanza urgente per ispezione igienico-sanitaria indirizzata al Magistrato di Sorveglianza di Pavia per verificare la situazione all’interno della 5ª sezione. "Abbiamo chiesto un'ispezione e un'audizione dei detenuti firmatari e acquisizione della lettera collettiva di denuncia", si legge nei documenti che Fanpage.it ha potuto visionare. "Con loro anche la verifica delle modalità di somministrazione dei farmaci, dei protocolli sanitari adottati e delle dotazioni igieniche e strutturali dell’istituto; e un'audizione della Comandante in merito alle convocazioni individuali dei firmatari e delle motivazioni sottese a tale iniziativa".
"Chiediamo il rispetto della dignità umana e l'applicazione della Costituzione italiana e del regolamento penitenziario", ha commentato l'associazione Quei Bravi Ragazzi Family che ha segnalato l'accaduto a Fanpage.it.
La lettera di reclamo dei detenuti: "Zecche, acqua fredda e lurida, feci nelle stanze"
I 50 detenuti firmatari della lettera di reclamo fanno parte della 5ª sezione, una sezione a regime chiuso, che viene definita dagli stessi reclusi come una "sorta di isolamento mascherato", dove i criteri di passaggio alle sezioni a regime aperto rimangono del tutto "aleatori". All'interno del documento indirizzato al Magistrato di Sorveglianza che sarebbe stato intercettato dalla Direzione – stando a quanto denunciato dall'avvocato Chiesi e dall'associazione Quei Bravi Ragazzi Family – i detenuti avevano elencato una serie di presunti abusi e vessazioni subite all'interno del Carcere.
"Nonostante mi sia stato impedito di visionare la lettera, sono comunque venuta a conoscenza, durante un colloquio con due dei miei assistiti, di quanto i detenuti avrebbero voluto segnalare", ha spiegato a Fanpage.it l'avvocato Chiesi. "Le condizioni descritte sono allarmanti: assenza di arredi essenziali come tavoli, sedie, ventilatori e televisori, mancanza di accesso a opportunità lavorative, di studio e attività ricreative, culturali o musicali, nonostante queste siano previste dalle disposizioni in materia". Oltre a questo, le denunce dei detenuti si estendono anche all'area sanitaria: "Dobbiamo sperare di non avere un malore" hanno riferito all'avvocato Chiesi durante il colloquio.
"I detenuti segnalano la presenza di zecche nei materassi e nei vestiti, acqua fredda e lurida, feci nelle stanze e lenzuola macchiate di sporco. Le celle vengono lasciate in condizioni ‘da schifo'. I farmaci vengono consegnati nelle mani dei detenuti senza involucro né scatola", ha continuato a spiegare la legale. "Tra le altre problematiche evidenziate, l'assenza di personale qualificato (educatori, operatori, disciplinari); una carenza di beni di prima necessità (bottoni, asciugamani, servizi di barbiere); la difficoltà nell'ottenere farmaci, con ritardi di settimane anche per un semplice mal di testa e l'incertezza sulla tipologia di farmaco somministrato; ostacoli alle chiamate per le visite familiari e agli avvocati, con moduli e permessi spesso negati, che limitano, di fatto, il diritto alla difesa; gravi carenze strutturali come bagni intasati, finestre rotte, perdite d'acqua ovunque e un impianto luminoso non funzionante da oltre un anno; l'assenza di spazi per lo studio e il lavoro nelle sezioni chiuse, con la negazione di fatto di qualsiasi percorso di reinserimento sociale".
Per questo, "la Direzione del carcere è accusata di indifferenza fuori dal comune e di applicare un regolamento da regime", ha concluso l'avvocato Chiesi a Fanpage.it, ricordando che i detenuti non "stanno chiedendo di essere viziati, ma di poter scontare la propria pena con dignità e nel rispetto di quanto previsto dalla legge, senza essere trattati come bestiame".
La posizione dell'associazione Quei Bravi Ragazzi Family
“Le carceri sono luoghi sotto la custodia dello Stato, dove dovrebbe regnare la legalità", ha commentato in merito la presidente dell’associazione Quei Bravi Ragazzi Family, Nadia Di Rocco. "Invece, proprio lì, assistiamo alla sistematica violazione dei diritti umani e a presunte ritorsioni verso chi tenta di denunciare queste condizioni disumane. La nostra preoccupazione è altissima. Chiediamo un intervento urgente delle autorità competenti: non si può permettere che chi denuncia venga intimidito. Chiediamo con forza il ripristino della legalità all’interno della Casa di Reclusione di Vigevano e ribadiamo che il rispetto della dignità dei detenuti è un principio costituzionalmente garantito e non negoziabile".
Fanpage.it ha provato più volte a contattare anche la Commissario Capo del Carcere Melania Manini per un suo commento sulla vicenda, ma l'Istituto ha fatto sapere che non era presente in struttura e che non era in grado di metterci in contatto.