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“Patto tra le mafie in Lombardia”, 153 indagati tra Milano e Varese: scoperti messaggi a Matteo Messina Denaro

Un’inchiesta condotta dalla Dda di Milano ha portato al sequestro di oltre 225 milioni di euro e all’arresto di 11 persone. Per gli inquirenti, che hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini a 153 persone, esiste un “sistema mafioso lombardo” basato su un patto tra Cosa Nostra, camorra e ‘ndrangheta. Scoperti anche messaggi a Matteo Messina Denaro.
A cura di Sara Tirrito
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Immagine di repertorio
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Una vasta operazione antimafia è stata condotta mercoledì 25 ottobre tra Milano e Varese. Ha portato al sequestro di oltre 225 milioni di euro e all'arresto di 11 persone. Le indagini, guidate dalla pm Alessandra Ceretti e dal Nucleo investigativo dei carabinieri, riguardano 153 persone. L'ipotesi della Direzione distrettuale antimafia è che esista un "sistema mafioso lombardo" basato sul patto fra tre mafie del Paese: Cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra. Il giudice per le indagini preliminari ha rigettato le misure cautelari di 142 indagati chiesto dalla Dda, che ha annunciato che farà ricorso.

Arresti per 11 persone ma 153 sono indagati

Il maxi biltz ha coinvolto oltre 600 carabinieri su tutto il territorio nazionale. Sono state effettuate 60 perquisizioni e 153 persone sono state raggiunte da un avviso di conclusione delle indagini. La Dda contesta l'esistenza di un patto tra mafie, ma li giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano Tommaso Perna ha accolto solo 11 delle richieste di custodia cautelare arrivate dall'antimafia.

Le 11 persone finite in carcere dovranno rispondere di accuse relative a reati diversi dall'associazione di stampo mafioso. La Dda ha annunciato che farà ricorso al Tribunale del Riesame perché vengano accolte anche le altre domande di arresto.

Scoperti anche messaggi a Matteo Messina Denaro

Le indagini si sono concentrate sulla presunta alleanza esistente nel territorio lombardo tra persone legate a Cosa Nostra, alla camorra e alla ‘ndrangheta. Per gli inquirenti, gli affari erano condotti in associazione tra le mafie e riguardavano soprattutto "sofisticate operazioni finanziarie". Per l'accusa, questo modello "gestisce risorse finanziarie, relazionali e operative" in Lombardia e lo fa attraverso "un vincolo stabile" tra le varie mafie.

A tenere saldo il patto, sarebbe "la gestione e l'ottimizzazione dei rilevanti profitti" che gli indagati avrebbero ottenuto "mettendo in comune società, capitali e liquidità". Tra gli indagati per cui il gip ha previsto l'arresto c'è anche Paolo Aurelio Errante Parrino. Secondo gli inquirenti, l'uomo sarebbe il "punto di raccordo" tra la mafia lombarda e Cosa nostra.  Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, Parrino avrebbe invato a Matteo Messina Denaro "comunicazioni relative ad argomenti esiziali" mentre il boss era latitante.

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