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Parte dalla Puglia per insegnare in una scuola, ma non la pagano da 5 mesi: “Non posso tornare da mio figlio”

Un’altra professoressa dell’Istituto Pietro Verri di Busto Arsizio non percepisce lo stipendio da 5 mesi: “Sono partita dalla Puglia. Non posso andare a trovare mio figlio perché i biglietti costano troppo”, ha raccontato a Fanpage.it.
A cura di Ilaria Quattrone
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Foto di repertorio
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Dopo la storia di Elisa Spina, docente 28enne di origine siciliana che lavora all'istituto Pietro Verri di Busto Arsizio (Varese) e che da cinque mesi non percepisce alcuno stipendio, un'altra professoressa ha voluto raccontare a Fanpage.it la sua esperienza. Anche lei, come Elisa, non ha ricevuto alcuna retribuzione: "Insegno da ottobre e non ho mai percepito un centesimo. Nonostante le numerose sollecitazioni fatte, non abbiamo ricevuto alcuna risposta certa".

Sia lei che Elisa hanno contattato la Tesoreria di Stato con sede a Varese che il Ministero dell'Istituzione. A entrambe hanno spiegato che i fondi sono stati sbloccati e che i mancati pagamenti sono causati da un problema interno alla scuola dove insegnano: "Ci hanno sempre detto che ci sono problemi tecnici".

"Io vengo dalla Puglia e ho un bambino piccolo. Al momento vivo da alcuni amici di miei parenti. Non mi posso permettere un affitto. Se nei mesi iniziali sono salita con la consapevolezza che avrei dovuto anticipare alcune somme, considerato che nelle supplenze brevi si registrano sempre ritardi di uno o due mesi, non mi aspettavo di vivere questa situazione fino a marzo".

"La situazione è molto grave. Abbiamo minori da sfamare e non ci sono più le basi per poter fare la spesa. Dovrei vivere grazie ai soldi del mio lavoro, ma al momento non è possibile. Mio figlio vive nella mia Regione d'origine. L'ho potuto vedere poche volte perché non ne ho la possibilità. Questo weekend non riuscirò ad andare a trovarlo e non ho potuto nemmeno quello precedente. I biglietti del viaggio sono molto costosi e non posso permettermeli. È veramente dura. Non avere la possibilità di tornare, è una mortificazione".

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