video suggerito
video suggerito

Paola Blandi, la paroliera di Mina e Ornella Vanoni: “Sono innamorata dell’amore, Milano mi ha delusa”

“Sono delusa da questa Milano. Non è più la mia città. Cioè lo è sempre, la amo, guai a chi me la tocca, sono profondamente milanese. Però devo ammettere che ultimamente mi ha deluso per il degrado a tutti i livelli sia sociale che civico”, a dirlo a Fanpage.it è Paola Blandi, scrittrice e paroliera di Mina e Ornella Vanoni.
A cura di Paolo Giarrusso
0 CONDIVISIONI
Immagine

"Sono delusa da questa Milano. Non è più la mia città. Cioè, lo è sempre, la amo, guai a chi me la tocca, sono profondamente milanese. Però devo ammettere che, ultimamente, mi ha deluso per il degrado", a dirlo a Fanpage.it è Paola Blandi, milanese, diplomata attrice al Piccolo Teatro, voce di Novaradio e volto di Telenova, paroliera per Mina e Ornella Vanoni. Autrice di romanzi e biografie, l'ultima sua felice fatica è il romanzo L'amore connesso.

Qual è stata la scintilla che ti ha fatto scrivere questo romanzo?

La scintilla è stata vedere e sentire tanti amici senior, come lo sono io, parlare d'amore. Ho scoperto che l'amore davvero non ha età. Allora mi sono detta: "Scriviamo una storia che ha come protagonista una donna non più giovane". Tantissimi romanzi rosa, che vanno per la maggiore tra i giovani, hanno per protagonisti al massimo dei trentenni. Quindi ho pensato: "Perché non far vivere una storia d’amore anche a una over?". Non le ho dato un’età precisa. Sono rimasta nel vago. È nata quindi questa storia che ha destato molto interesse tra persone che magari amano le storie d'amore, ma non riescono a identificarsi con protagonisti trentenni.

Il mio è un libro breve, veloce, scritto, lo dico io, bene, e molto ironico. Ci sono i sentimenti e l’ironia, un’accoppiata che mi piace moltissimo. Non è assolutamente un romanzo importante, impegnato. Sono la prima a dire che è un romanzo rosa molto leggero, ma che ha una sua morale, una sua certa profondità. Non è banale, questo lo posso assolutamente dire, anche se forse non dovrei.

Dunque l'amore non ha età, magari con diverse gradazioni, proprio a seconda dell'età?

Sì, certo. Con diverse gradazioni. Diciamo che, con l'andare avanti dell'età, si è molto più disillusi, si ha meno entusiasmo nei confronti dell'amore. Infatti la protagonista del mio libro, che è vedova, si accosta al mondo degli incontri online molto poco speranzosa. Anche perché, a una certa età, succede che si va da amici felicemente maritati, che magari presentano un vedovo alla vedova o viceversa e non sempre le cose finiscono bene. Quindi direi che quando si ha un'età avanzata si ha molto disincanto, ma al contempo molto entusiasmo.

L’amore come ha scandito la vita di Paola Blandi? La bilancia tra gioia e sofferenza, da quale piatto pende?

Sicuramente da quello della gioia. Io sono un'entusiasta. Amo l’amore. Mia mamma diceva "tu sei innamorata dell’amore". È vero. Questo mi ha portato a rischiare parecchio. Storie finite, ma vissute sempre con grande entusiasmo. Quindi nessun rimpianto. Anche se, inevitabilmente, ci sono state sofferenze. Amare è sempre bellissimo. Anche amare senza essere completamente ricambiati. A me non è mai successo, sono stata molto fortunata.

Tu sei milanese. A proposito di amore, il tuo rapporto con la città di Milano come risulta?

Devo dire che, negli ultimi tempi, è un amore un po' deluso. Sono delusa da questa Milano. Non è più la mia città. Cioè lo è sempre, la amo, guai a chi me la tocca, sono profondamente milanese. Però devo ammettere che ultimamente mi ha deluso per il degrado a tutti i livelli sia sociale che civico. In questi giorni è venuto a Milano mio figlio che vive in Australia e mi ha detto che ha trovato Milano molto migliorata: molto bella e pulita. Mi ha stupito. Io che ci vivo devo dire che non sono completamente d'accordo. Diciamo che c'è ancora molta strada da fare. Soprattutto c'è un grade divario tra ricchezza e povertà. Il ceto medio non viene assolutamente considerato. Le persone anziane potrebbero dare molto di più alla città, ma la città non ci chiede aiuto. Sarebbe molto bello, invece, che ce lo chiedesse.

Prendiamo l'esempio di chi vive da solo, libero, indipendente. La libertà di vivere da soli non confina forse, spesso, con la solitudine?

Sì, parecchio. Devo dire che, personalmente, io sono sola in questo periodo. Lo sono per scelta. Amo il mio lavoro e non ho rimpianti. Però si tratta di un confine sottilissimo, quello che separa la libertà dalla solitudine. A mio avviso, le persone "senior" devono assolutamente fare una vita sociale. Non è detto che poi sfoci nell’amore. Molti vanno a ballare, al cinema, si trovano con amici. Il rischio di essere soli è forte, soprattutto se c’è quella che io chiamo "singletudine" di ritorno: persone che sono vedove o che hanno divorziato, che vivono da soli, con i figli lontani. La malinconia e la solitudine sono molto vicine e molto pericolose. Quindi occorre reagire in ogni maniera possibile.

Ma l’amore connesso può essere pericoloso. A internet e ai social bisogna prestare molta attenzione…

È un discorso complesso. Ho voluto raccontare come funzionano i siti d'incontro dopo aver provato in prima persona. La mia era pura curiosità giornalistica. Ci sono entrata, ma non sono mai andata sino in fondo: mi sono iscritta, ho frequentato, ecc. Credo però che un giovane sia molto più esposto al pericolo; un senior no. Mi rifiuto di pensare che una signora di una certa età accetti l’invito a casa di una persona sconosciuta. Comunque, vi raccomando di non farlo. Ci si scrive, io l’ho fatto con molte persone, per conoscerle meglio e naturalmente si fanno dei distinguo. Capisci subito se una persona può essere interessante o meno anche semplicemente da come scrive, da come parla. Una telefonata, ok. Un incontro per bere un caffè, anche. Rigorosamente solo quello. E poi ci si può pure divertire. La protagonista del mio libro, alla fine, si trova con un sacco di corteggiatori virtuali e si diverte tantissimo. Essere corteggiati, comunque, è gratificante, anche virtualmente.

Nei ringraziamenti de "L’amore connesso", ti rivolgi esclusivamente al lettore. Perché?

C'è un motivo particolare. Io penso che uno scrittore debba la propria gratitudine solo ed esclusivamente al lettore, che ha avuto la forza e, spero, la gioia, di comprare questo libro e di leggerlo. Sapere che una persona ha letto il mio libro è una cosa che mi commuove, al di là che sia piaciuto o meno. Nel mio caso poi il mio libro non ha un editore. Me lo sono autopubblicato, per essere completamente libera. Quindi chi devo ringraziare? Solamente il lettore.

Un pensiero poi lo rivolgi agli uomini che, a vario titolo, hanno lasciato un segno nella tua vita. Citarne qualcuno, farebbe un torto agli altri?

Certamente. Sono uomini che hanno lasciato un segno, appunto, a vario titolo. Tra questi c’è mio padre, mio nipote, mio figlio, il padre di mio figlio. Non faccio nomi. Si tratta di persone che hanno contato dal punto di vista sentimentale, che non vuol dire solo amore come rapporto di coppia. Ho scelto i maschi, a cominciare da mio padre.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views