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Operaio muore in un cantiere nel Monzese schiacciato dal cestello, per la Cassazione non c’è nessun colpevole

Giovanni Spagnoli era morto a luglio 2018 in un cantiere di Cesano Maderno (Monza) schiacciato da un cestello. Per la Corte di Cassazione, non c’è nessun colpevole per quell’incidente.
A cura di Enrico Spaccini
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Non c'è nessun colpevole per la morte di Giovanni Spagnoli, l'operaio morto il 6 luglio del 2018 schiacciato dal ribaltamento del cestello della piattaforma aerea che stava manovrando in un cantiere di Cesano Maderno (in provincia di Monza e della Brianza). La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della Procura generale e, quindi, ha confermato la sentenza di assoluzione pronunciata dalla Corte d'Appello nei confronti di due imprenditori, e delle rispettive società, accusati di omicidio colposo. Al momento dell'incidente, secondo i giudici, Spagnoli non aveva "segnalato alcuna situazione anomala" e, pertanto, "neanche la presenza di un operatore a terra avrebbe consentito di evitare" quanto accaduto.

L'incidente si era verificato nella mattinata del 6 luglio di sette anni fa. Spagnoli, operaio esperto residente a Limbiate, stava lavorando presso una ditta che produce imballaggi di carta e cartone. Il 51enne stava manovrando il cestello di una piattaforma aerea quando, all'improvviso, questa si è ribaltata e lo ha ucciso procurandogli un'asfissia toracica per lo schiacciamento tra la grata della finestra dell'edificio e il cestello stesso. La piattaforma era stata noleggiata per usarla come ascensore per raggiungere il tetto dell'azienda da sistemare.

Per l'accusa, l'incidente mortale si sarebbe potuto evitare con la presenza di un uomo a terra che avrebbe potuto premere il pulsante che avrebbe bloccato la piattaforma. In primo grado, il Tribunale di Monza aveva condannato a 2 anni e 6 mesi gli imprenditori titolari dell'azienda in cui si stavano svolgendo i lavori e dell'appaltante, mentre le aziende al pagamento di 40mila euro di multa. I familiari di Spagnoli, che si erano costituiti parti civili, avevano ottenuto un risarcimento dei danni.

Condanne e risarcimento, però, sono state annullate dalla Corte d'Appello, che ha deciso di assolvere tutti gli imputati dalle accuse. Per i giudici, infatti, "neanche la presenza di un operatore a terra avrebbe consentito di evitare l'evento lesivo". Come riportato da Il Giorno, la Procura generale ha fatto ricorso contro la sentenza in Cassazione, ma i giudici della Corte suprema lo hanno respinto, rendendo le assoluzioni definitive. Stando a quanto ricostruito, l'azionamento del pulsante di arresto "avviene di regola a seguito della richiesta di aiuto da parte dell'operatore presente sulla piattaforma", in quanto "può essere fonte di danni, siccome blocca all'istante la piattaforma". Spagnoli, però, "nel momento in cui la piattaforma ha iniziato l'inclinazione non ha segnalato alcuna situazione anomala né ha successivamente formulato alcuna richiesta di aiuto".

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