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Omicidio Laura Ziliani, nel bosco di Temù era già pronta la fossa per il corpo

Dagli atti dell’inchiesta sul delitto dell’ex vigilessa spunta un nuovo dettaglio: una buca già scavata nel bosco proprio accanto a dove, l’8 agosto di un anno fa, è stato ritrovato il corpo.
A cura di Francesca Del Boca
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Laura Ziliani
Laura Ziliani

Il particolare, fino a questo momento inedito, sbuca dagli atti dell'inchiesta sul delitto dell'ex vigilessa. Nel bosco di Temù in Alta Vallecamonica, a pochi metri da dove è stato ritrovato il corpo di Laura Ziliani l'8 agosto di un anno fa, è stata trovata anche una fossa già scavata nel terreno. Sarebbe stato il primo luogo scelto dagli assassini, le due figlie Paola e Silvia Zani con il fidanzato di quest'ultima (ma amante di entrambe) Mirto Milani, per la sepoltura della donna. Una buca non troppo profonda, circondata da massi e sterpaglie. Perché poi sia stata abbandonata, ancora non è chiaro: forse Laura Ziliani, dopo essere stata stordita e assassinata, è stata inizialmente sepolta lì e poi in seguito spostata. Ennesimo segnale che rimarca la premeditazione del delitto nella mente del "trio criminale" (così li definì il gip Alessandra Sabatucci durante il processo), un'esecuzione a lungo studiata e progettata nei minimi dettagli.

La ricostruzione della vicenda

Sabato 8 maggio Laura Ziliani, che viveva a Brescia ma appena poteva si trasferiva a respirare aria buona sulle montagne di Temù, era uscita di casa intorno alle 7 del mattino per fare un'escursione: era stata ripresa da una telecamera in paese, e un testimone aveva raccontato di averla vista su un sentiero. Non aveva con sé il cellulare. Poi più nulla. Persa ogni traccia. A dare l'allarme Silvia e Paola Zani, due delle tre figlie (l'altra è disabile). Le ricerche proseguono per tre mesi, finché l'8 agosto il cadavere non viene ritrovato sepolto tra la vegetazione di un bosco: è scalza, indossa solamente la biancheria. Un suicidio, un'aggressione durante la passeggiata tra i monti? L'autopsia rivela un particolare inquietante: la donna sarebbe stata narcotizzata e poi uccisa. A causa dei farmaci l’ex vigilessa non sarebbe stata infatti in grado di difendersi, e così sarebbe stata "soffocata in modo non violento".

Il "trio criminale"

Il cerchio si stringe intorno alle due figlie, che il giorno della scomparsa avevano preparato una torta e fingevano di aspettare il ritorno della madre, e al fidanzato di una delle due. Man mano che proseguono le indagini i tre si delineano come un trio compatto che ha premeditato lungamente l'assassinio, con Mirto Milani come regista occulto e amante di ambedue le sorelle. Il movente? Appropriarsi del patrimonio immobiliare della donna.  Laura Ziliani possedeva infatti una serie di appartamenti in affitto, con fabbriche e terreni che le garantivano una rendita. Tutto, secondo Mirto Milani (e la madre), gestito in maniera irresponsabile dalla suocera. Gli investigatori hanno registrato alcune conversazioni in cui le due sorelle commentavano la situazione patrimoniale della madre, precisando la volontà di impossessarsi il prima possibile del canone d'affitto di alcuni appartamenti.

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