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Omicidio Laura Ziliani, le figlie intercettate dopo la scomparsa della madre: “Andiamo in vacanza”

Venti giorni dopo la scomparsa della madre le figlie di Laura Ziliani, oggi arrestate insieme al fidanzato di una delle due per l’omicidio dell’ex vigilessa di Temù, pensavano di andare in vacanza e di comprarsi un’auto nuova. Il loro unico interesse era come spendere i soldi avuto dopo aver concluso una trattativa per la locazione di un appartamento a Temù. Si ipotizza dunque che il movente sia di natura economica.
A cura di Giorgia Venturini
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A venti giorni dalla scomparsa di Laura Ziliani le figlie Silvia e Paola Zani, finite agli arresti oggi insieme al fidanzato di una di loro, stavano discutendo su come spendere i soldi ottenuti dopo aver concluso una trattativa per la locazione di un appartamento a Temù. In una loro chiamata, intercettata dagli inquirenti, si sentono le due sorelle congratularsi tra di loro per i soldi che da lì a breve avrebbero incassato: stavano già programmando di spenderli per l'anticipo di una nuova vettura e per andare in vacanza. "Ci paghiamo l'anticipo per un'auto nuova….poi c***o 900 euro..troppo figo". E ancora: "Cosa più importante …così almeno quella settimana lì poi scappiamo…che possiamo praticamente andare in vacanza". Stando a quanto riportano i magistrati, le due sorelle in quelle parole hanno mostrato l'assenza di qualsiasi turbamento per le sorti della madre: le due ragazze, una di 27 e una di 19 anni, erano interessate solo ai loro interessi economici.

L'omicidio per motivi economici

E ci sarebbe proprio il movente economico ad aver spinto le due sorelle a uccidere la madre: "La donna aveva alcuni immobili nel Bresciano. Una delle ipotesi è che sia stata uccisa per la gestione di questi", spiega a Fanpage.it il capitano dei carabinieri di Breno, Filiberto Rosano, che ha condotto le indagini. Le due figlie, la terza si trova a Brescia e non è coinvolta nell'omicidio, avrebbero così avvelenato la madre: nel corpo della donna sono state trovate tracce di benzodiazepine. "Laura Ziliani alcune settimane prima della scomparsa, aveva avuto un malore. Aveva dormito per 36 ore. Probabilmente aveva assunto farmaci ipnotici o antidepressivi che lei però non usava. Da lì abbiamo chiesto accertamenti e poi è emerso che nel corpo fosse presente la benzodiazepine", ha precisato il comandante. Ipotesi ancora da confermare dai medici legali. Certo è che per gli inquirenti la versione fornita dalle due arrestate non aveva mai convinto: le ragazze avevano dato l'allarme della scomparsa della madre la mattina dell'8 maggio dicendo ai carabinieri che era uscita per andare a fare una passeggiata e non aveva più fatto ritorno. La svolta è arrivata l'8 agosto quando l'ex vigilessa di Temù è stata trovata morta lungo un corso d'acqua.

Le ricerche sul web per come fare il delitto perfetto

Tutto, secondo il giudice per le indagini preliminari, è stato premeditato con assoluta freddezza. Durante una chiamata di Paola Zani a una amica lo scorso 7 luglio, si sente la ragazza preoccupata che dal computer, quello trovato nella cantina della casa a Brescia e già sequestrato, gli investigatori trovassero le cronologia delle ricerche su google: si mostra preoccupata in quanto su un canale di "crime" Mirto ha fatto ricerche su come uccidere la gente, piante velenose, crimini perfetti, serial killer e torture. E ancora: Paola durante la chiamata aveva confessato che anche lei e la sorella Silvia risultavano iscritte a un canale Youtube denominato "toucrime" e avente "contenuto informativo". Proprio via web secondo gli inquirenti i tre arrestati avevano preso tutte le informazioni utili per mettere in atto l'omicidio.

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