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Omicidio di don Malgesini a Como, l’imputato non si pente: “Non chiederò scusa, era un peccatore”

“Non chiederò mai scusa per il prete, è un peccatore davanti al Signore”. Queste le dichiarazioni dell’imputato per omicidio volontario premeditato di don Roberto Malgesini, il prete degli ultimi, accoltellato a morte nel settembre del 2020. Mahmoudi, 53 anni, è stato dichiarato capace di intendere e di volere al momento del crimine dopo una perizia psichiatrica voluta dalla Procura.
A cura di Filippo M. Capra
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Si è svolta ieri la prima udienza del processo che vede Ridha Mahmoudi imputato per l'omicidio di don Roberto Malgesini a Como al termine della quale il 53enne ha dichiarato che non chiederà "mai scusa per il prete" perché "è un peccatore davanti al Signore". Mahmoudi, cittadino di origini tunisine in Italia dal 1993, è accusato di omicidio volontario premeditato. In passato aveva ricevuto diversi provvedimenti di espulsione.

L'imputato: Non chiederò mai scusa per il prete, era un peccatore

In merito a questa situazione, l'imputato ha dichiarato in aula che sono stati proprio gli avvocati a creare "questa tragedia", aggiungendo che non gli dispiace per quanto successo a don Malgesini. Il sacerdote era noto come "il prete degli ultimi", sempre attento alle necessità dei più bisognosi e pronto a dare una mano a chiunque la chiedesse. Secondo quanto riportato dal Corriere della sera, Mahmoudi si è rifiutato di parlare con il suo legale difensore, l'avvocato Davide Giudici, prima dell'udienza. Il legale, quindi, ha chiesto una perizia psichiatrica per il suo assistito e la Corte si è riservata di decidere. Precedentemente, a indagini in corso, il perito nominato dal pubblico ministero che ha indagato sull'omicidio, lo aveva dichiarato capace di intendere e di volere al momento del crimine.

I testimoni: Mahmoudi ha colpito don Malgesini con un coltello

Ascoltati anche diversi testimoni che hanno assistito al delitto. Uno di loro ha riferito di aver "visto che don Roberto era sporco di sangue". Il prete, ferito all'addome, "si teneva la pancia con le mani". A quel punto, "l'omicida lo ha raggiunto, gli teneva il collo con la mano sinistra e con la destra lo ha colpito ripetutamente con un coltello".

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