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Bimbo muore dopo il parto in casa: l’ostetrica milanese a processo per omicidio colposo

Ad aprile 2022 un bimbo nato con il parto in casa a Concorezzo (Monza) è morto per ipossia. L’ostetrica che ha assistito il travaglio ora sta affrontando il processo che la vede imputata di omicidio colposo.
A cura di Enrico Spaccini
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Un'ostetrica milanese sta affrontando il processo che la vede imputata di omicidio colposo. Ad aprile 2022 si trovava nella casa di una giovane coppia di Concorezzo (in provincia di Monza e della Brianza) per assistere al parto del loro secondo figlio. Dopo il travaglio, però, il neonato è andato in ipossia ed è deceduto due giorni più tardi in ospedale. Secondo il pm, l'ostetrica si sarebbe resa responsabile di diverse negligenze, a partire dal fatto che fosse l'unica professionista presente al momento della nascita contravvenendo alle linee guida imposte dalla normativa regionale.

Il decesso del neonato per ipossia

Era diverso tempo che la coppia monzese stava valutando l'ipotesi di far nascere il loro secondo figlio a casa e non in ospedale. Così, dopo aver preso accordi con l'ostetrica che ha seguito la gravidanza, ad aprile 2022 ha organizzato il parto in ambito domestico.

Come riportato da Il Cittadino di Monza e Brianza, dopo il travaglio il cordone ombelicale sarebbe rimasto legato attorno al collo del neonato, mandandolo in ipossia. Nonostante la corsa disperata in ospedale, le condizioni del piccolo erano gravissime. Dopo due giorni di ricovero, il bambino è deceduto.

Il processo per omicidio colposo

Nei giorni scorsi si è tenuta la prima udienza davanti al giudice monocratico di Monza, Carlo De Marchi. Secondo l'accusa, l'ostetrica si sarebbe resa responsabile di diverse negligenze. Su tutte, sostiene il pm, il fatto che fosse sola al momento del parto.

Insieme a lei e alla giovane coppia c'era la "doula", la figura assistenziale non medica e non sanitaria che si occupa del supporto alla donna dalla gravidanza fino al primo anno di vita del bambino, ma nessun'altra professionista. Questo, sostiene l'accusa, andrebbe contro le linee guida imposte dalla normativa regionale in tema di parto domiciliare. La prossima udienza si terrà il 17 aprile.

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